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“Le nostre nonne la hanno iniziata a fare all’incirca dal 1800”. Lo dice con la luce negli occhi Gaia Giordano, vicesindaco di Pietrabruna, nel raccontarci cosa sia la stroscia.

Proprio nel comune della valle del San Lorenzo questo dolce tipico ha le sue origini. Diffidate dalle imitazioni. Qui l’olio, la farina, il vermouth o il martini bianco si mescolano dando vita a uno dei piatti più amati della riviera.

Oggi la stroscia, dal dialetto strosciare ovvero rompere con le mani, è de.co. del comune di Pietabruna e qui sono due i produttori ufficiali rimasti: La bottega di Giuli, negozio del paese, e La Colombiera laboratorio che fa della stroscia il suo cavallo di battaglia.
Li abbiamo visitati entrambi facendoci svelare, rispettivamente da Cristiana Giordano e Barbara Vatteone, cosa ci sia dietro a questa torta che: “… se l’olio non è buono non viene buona”.

Gli ingredienti: farina, olio, lievito, martini bianco/vermouth e zucchero. Le dosi e la ricetta rimangono un segreto del paese che da secoli lo custodisce con orgoglio. Perché la stroscia è Pietrabruna, Pietrabruna è la stroscia.

Riprese e montaggio di Davide Avena.