curiosità - miriam colombo fibrosi cistica
play-rounded-outline
05:19

Un video per mostrare la vita di tutti i giorni di un affetto da fibrosi cistica e allo stesso tempo dimostrare che si può comunque andare avanti. Protagonista Miriam Colombo, giovane ragazza di Ospedaletti diventata testimonial della Lega Italiana Fibrosi Cistica.

“L’idea di girare questo video è nata perché necessitavamo di uno spot per la sezione ligure della Lega Italiana Fibrosi Cistica – spiega Miriam a Riviera Time. Allora, da un’idea di mio padre, abbiamo realizzato questo video con Giulio, un ragazzo di Ospedaletti. Avevamo deciso di girarlo per la Liguria, ma dalla sede di Roma ci è stato chiesto di farlo diventare spot nazionale. Per me non è stato difficile girare questo video, perché credo che se ne debba parlare. Più persone sanno, meglio è”.

La fibrosi cistica è tra le malattie genetiche gravi più diffuse.

È una patologia multiorgano, che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente ed è dovuta ad un gene alterato, che determina la produzione di muco eccessivamente denso. Questo muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, di conseguenza i cibi non possono essere digeriti e assimilati.

“Fin dalla nascita ho scoperto di avere questa malattia e sono riuscita a essere seguita fin dall’inizio. La fibrosi cistica è diventata anche una malattia dell’adulto grazie alla ricerca scientifica e alle raccolte fondi. Mi sono diplomata quest’anno e ora ho intenzione di studiare medicina”.

Sulla gestione della propria giornata: “Le varie terapie mi occupano tre, quattro ore al giorno. Basta organizzarsi e uno prende l’abitudine”.

Da sottolineare che il comune di Ospedaletti da tempo si adopera per aiutare la Lega Italiana Fibrosi Cistica come spiegato dall’assessore Giacomo De Vai: “La famiglia Colombo ha sensibilizzato il proprio paese verso questa causa. Da lì abbiamo lanciato un messaggio di speranza per sostenere la ricerca. La comunità ha risposto molto bene penso alla vendita dei panettoni, alla biciclettata, ma anche al lavoro nelle scuole”.