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Torniamo a scoprire le curiosità e le bellezze del territorio ventimigliese con il presidente dell’Associazione Pro Centro Storico, Sergio Pallanca, che oggi ci porta alla scoperta del “Muro di Bo”.

Mura della città vecchia risalenti al ‘500, come ci spiega lo stesso Pallanca: “Probabilmente il nome deriva da una pietra che assomigliava al muso di un bue o perché qui si macellavano gli animali. Già nel Medioevo c’era un regolamento di polizia sanitaria per cui si poteva macellare solo al di fuori delle mura, per ragioni d’igiene, ma i monaci antoniani potevano allevare maiali all’interno, perché con il loro grasso curavano il fuoco di Sant’Antonio“.

Dove oggi sorge un piacevole giardino vicino alle mura, in realtà si nasconde uno dei segreti di questa zona: “Qui sotto vi è una grande cisterna per approvvigionamento di acqua comune, che arrivava dalla sorgente di San Bernardo tramite un acquedotto parzialmente scavato nella roccia. Dobbiamo ricordare che ogni casa possedeva proprie cisterne per la raccolta di acqua piovana. Purtroppo la cisterna non è visitabile ed è quindi difficile da datare, ma probabilmente è del ‘500 come le mura”.

“Le feritoie oggi risultano più basse di un’altezza uomo – spiega Pallanca – questo perché nel tempo il livello della cisterna si è sopraelevato, con depositi vari”.