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Dopo un lungo periodo di crisi, il settore florovivaistico – che in Liguria conta oltre 4 mila aziende – si sta finalmente rialzando.

A inizio pandemia, la produzione (e commercializzazione) è stata gravemente compromessa, a causa di ritardi, disdette e blocchi del commercio, tanto che ad aprile è stato riconosciuto lo stato di calamità da parte della Regione. Il settore ha però saputo adattarsi ai cambiamenti, analogamente a quanto accade in caso di avversità climatiche, e oggi le imprese liguri si stanno riprendendo.

Per capirne di più, siamo andati a Riva Ligure. Qui, il produttore Dino Rossi ci ha accolti all’interno della sua serra dove coltiva anemoni. “Siamo in buona raccolta – spiega – benché sia venuta questa settimana di freddo che ci ha un po’ condizionato, ma questo è normale nel mese di gennaio.

Io parto dal presupposto che ormai bisogna convivere con questa situazione, è inutile aspettare che finisca o tentare di modificarla, perché non siamo noi che possiamo condurre questo problema. Per quanto riguarda la coltivazione, il 2020 è stato molto pesante: marzo, aprile e maggio ci hanno danneggiato moltissimo. Chi ha avuto forza e coraggio è andato avanti”.

La capacità di reinventarsi ha portato a produrre diverse alternative ai fiori freschi, come i fiori stabilizzati o quelli sbiancati. Inoltre, per cercare di recuperare il prodotto rimasto invenduto lo scorso anno, si è pensato a metodi alternativi di lavorazione: “Questo è un prodotto che era in produzione a marzo/aprile 2020, abbiamo pensato di farlo essiccare e ha dato ottimi risultati. In questo modo è stato salvato – spiega Rossi. – Da parte nostra c’è sempre l’impegno di andare alla ricerca di questi prodotti che possono dare risultati. Quest’anno speriamo di vendere tutta la produzione”.

L’intervista integrale è visibile nel video-servizio a inizio articolo.