La band imperiese 'Last Day of Summer' si racconta: dalle origini ai tour internazionali
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Un nome evocativo che richiama le radici artistiche della band: i Last Day of Summer (in italiano ‘ultimo giorno d’estate’) hanno scelto di chiamarsi così in linea con il sentimento che accompagna la fine dell’estate, una miscela di malinconia e trepidazione nel momento in cui ci si affaccia al periodo dei cambiamenti e dei nuovi inizi.

La band imperiese nasce nel 2012 e si consolida due anni dopo, giungendo quest’anno alla formazione definitiva che vede Fabrizio Fabiano alla voce e al basso, Walter Bianchi chitarra e voce, ed Enea Marzupio alla batteria.

Famosi da diversi anni nel panorama internazionale, tra una decina di giorni partiranno per l’ottavo tour internazionale in Russia e Ucraina. “Siamo finiti quindicesimi nella classifica iTunes Alternative Rock in Russia. Le cose negli anni sono andate migliorando, fino ad arrivare a questo ottavo tour che inizieremo tra dieci giorni” commenta Walter.

Quest’anno sono stati chiamati a partecipare al Festival di Sanremo, dove si sono esibiti insieme a Sting e Shaggy: “È stata un’esperienza molto particolare ritrovarsi sul palco con un artista leggenda come Sting, e trovarsi a scherzare con lui nei camerini” ha commentato Fabrizio.

L’ultimo giorno d’estate è stata anche l’occasione per l’uscita del nuovo disco “Hard to Swallow”. “Vuol dire ‘difficile da mandar giù’ – spiega Fabrizio – in questo disco abbiamo messo delle canzoni che avevamo già fatto uscire in passato, ma le abbiamo reinterpretate io e Walter. Sapere che io e lui siamo rimasti uniti e siamo andati avanti, insieme al batterista Enea, è proprio per questo che non abbiamo voluto abbandonare i brani, perché rispecchiano quello che noi veramente volevamo trasmettere”.

Una vocazione, quella per la musica, che rispecchia uno stile di vita più che una passione o un lavoro: “Per noi è una vera e propria rivoluzione. Con i nostri testi tendiamo a tramandare delle cose per cercare di cambiare le carte in tavola. Quello che ci importa è che quello che trasmettiamo arrivi, e finora ha funzionato. Noi siamo quelli che quando stiamo male preferiamo entrare nell’abisso, affrontare i demoni e uscirne: tendiamo a esorcizzare questi mali con la nostra musica”.

Numerosi i progetti per il futuro, con lo sguardo sempre più rivolto al panorama internazionale: “Ci sarà un cambiamento molto radicale, ci sposteremo su uno stile molto più soft, più british. Ci stiamo appoggiando a un produttore di quelli stratosferici”.