La Kia Habaniro è stata progettata nel centro stile di Irvine, in California, dove i designer hanno “mescolato” dettagli tipici delle sportive con particolari delle crossover: le ruote di 20″ e le portiere apribili verso l’alto ricordano le coupé, al pari dei ridotti sbalzi della carrozzeria, ma i passaruota ben marcati, l’altezza da terra generosa e il tetto rialzato sono tipici delle crossover.
Elettrica per non inquinare, capace di affrontare tragitti lontano dall’asfalto e con spiccate doti di guida per far divertire il suo pilota nelle strade ricche di curve.
Il prototipo Kia Habaniro, mostrato in anteprima al Salone di New York, vuole essere un’automobile per tutte le occasioni da guidare su ogni tipo di percorso, complice l’autonomia assai generosa per un’auto a batterie: la Kia parla di 480 km con un “pieno”, quanti ne bastano per consentirle di portare a termine lunghi trasferimenti senza far venire al guidatore l'”ansia” di trovarsi a secco.
La Kia Habaniro è una proposta di stile, quindi al momento non si conoscono la potenza dei due motori elettrici e la capacità delle batterie.
La Habaniro è lunga 443 cm e ha un passo di 283 cm, quindi l’abitacolo dovrebbe rivelarsi assai arioso per i quattro passeggeri. Oltre allo spazio non sembra mancare nemmeno il comfort, perché all’interno è presente un sistema automatizzato in grado di capire l’umore del guidatore: il sistema controlla automaticamente l’illuminazione interna, la ventilazione e altri parametri per far rilassare la persona alla guida o per evitare che si assopisca.
La plancia della Kia Habaniro è assai meno elaborata dell’esterno, perché tutti i comandi sono integrati nel grande pannello sensibile al tocco sopra al volante. La velocità, lo stato di carica delle batterie e tutte le altre informazioni si leggono nello schermo trasparente alla base del parabrezza. La Habaniro è dotata di un sistema per la guida autonoma di livello 5, che gestisce acceleratore, sterzo e freni al posto del guidatore in città o se questo è stanco dopo un lungo viaggio.
