Anche se il risultato contava poco o nulla, c’è una partita che, nella centenaria storia dell’Imperia, vale forse più di tutte. Venticinque anni fa precisamente, i neroazzurri venivano ospitati dalla Juventus per una amichevole infrasettimanale di grande prestigio al ‘Comunale’ di Torino.

“Per noi fu un’esperienza bellissima: era una Juve al top” commenta Gianluca Bocchi che venne schierato titolare ma, per non rischiare una ricaduta per un problema fisico precedente, venne sostituito dopo 25 minuti. “Noi indossavamo la tradizionale maglia neroazzurra, loro bianconera: per i loro tifosi era sostanzialmente una anteprima  di quanto videro qualche giorno dopo in Juventus-Inter”. Il successivo 26 aprile si disputerà uno dei Derby d’Italia più famosi e discussi di sempre: quello del rigore non dato a Ronaldo, che scatenò fiumi di  polemiche e, di fatto, consegnò il tricolore alla squadra di Lippi.

“Un’altra curiosità”, aggiunge Giambo sorridendo, “era che noi, in attacco, schierammo Sansonetti: fisicamente era simile a Ronaldo, era pelato ed indossava la numero 10”, insomma fu l’Imperia ad accendere la partita che valeva una stagione davanti ad un buon numero di tifosi accorsi.

“Io marcai Angelo Di Livio e mi ricordo tanti campioni. Anche se, la sera prima, avevano giocato le Nazionali e così quelli certi del loro posto per la partita di domenica, vennero risparmiati – infatti non scesero in campo Del Piero, Zidane, Peruzzi e Deschamps – ma c’era Inzaghi, ad esempio, che entrò nel secondo tempo: ricordo che poche settimane prima si spaccò il labbro e doveva provare una particolare protezione da indossare in campionato. In tanti si giocavano una maglia per la domenica successiva, così erano piuttosto agguerriti”.

Dopo pochi secondi infatti la Juve andò in rete con Edgar Davids ma l’Imperia, allenata da Ferraro, riuscì a tenere testa ai futuri campioni d’Italia fino a metà ripresa, in particolare brillò una stella: “Franco Rotella fece una grande partita. Quando aveva la palla nei piedi, gli altri facevano davvero fatica a levargliela. Si vedeva che aveva giocato a quei livelli. Fino all’anno prima era all’Atalanta con Inzaghi e Montero e, forse proprio per la loro amicizia, il difensore conosciuto per essere ruvido andò più leggero”.

Nella ripresa, con il risultato sull’1-0, l’allenatore dei piemontesi Marcello Lippi inserì Fonseca, Tacchinardi, lo stesso Montero, oltre a Pellegrini ed Inzaghi: le reti di questi ultimi arrotondarono fino al 4-0 finale. Mister Ferraro invece cambiò dieci degli undici titolari: l’unico che rimase in campo per 90 minuti fu Cristiano Giuntoli. Di fede bianconera, secondo i rumors, ma oggi, da direttore sportivo del Napoli, grande rivale proprio della Vecchia Signora. Quell’anno, l’Imperia terminò al decimo posto in Serie D, in preparazione alla cavalcata della stagione successiva che portò la squadra di Pino Cipolla in Serie C2. Erano altri anni che però hanno lasciato ricordi indelebili tra gli imperiesi.

La Juventus, dal canto suo, vincerà lo scudetto confermandosi campionessa d’Italia per la 25° volta e, nel maggio successivo, si giocò la Coppa Campioni perdendo in finale, ad Amsterdam, contro il Real Madrid.
“A fine partita non riuscimmo a scambiare le maglie con gli avversari” ricorda Bocchi “ma mi rimane impresso il momento dell’arrivo allo stadio dell’Avvocato Agnelli. Non riuscimmo nemmeno a vederlo bene perché era circondato da bodyguard ma tutto sembrava essersi fermato. Già allora era un ambiente iper organizzato”.

Il tabellino della partita:

JUVENTUS – IMPERIA 4-0 (1′ Davids, 66′,73′ Pellegrini, 75′ Inzaghi)
JUVENTUS – Rampulla, Torricelli, Iuliano (46′ Montero), Birindelli, Birindelli, Di Livio, (46′ Tacchinardi), Conte, Davids, Pessotto, Pecchia (46′ Pellegrini), Zalayeta (46′ Inzaghi), Amoruso (46′ Fonseca). All.: Lippi
IMPERIA – Buffa (70′ Balestra), Giuntoli, Bocchi (25′ Desideri), Di Capita (46′ Sardo), Iannolo (70′ Natta), Sbravati (46′ Pizzolitto), Brancatisano (70′ Ramoino), Peluffo (60′ Bianchi), Rotella (70′ Sasso), Sansonetti (38′ Celella), Bongiorni (46′ Mosca) All.: Ferraro.