Con una nota stampa ‘Imperia al Centro’ interviene nuovamente sul progetto per l’installazione di 8 vasche per l’itticoltura al largo della Galeazza. Un impianto che sta creando molti mal di pancia in città e contro al quale si è recentemente formato un comitato promosso dall’attrice Livia Carli e dall’imprenditore Lucio Carli.

“Imperia al Centro ha visionato gli atti della concessione demaniale per allevamento ittico davanti a Capo Berta; corre l’obbligo di fare qualche puntualizzazione.

L’Amministrazione sta lavorando sul progetto dell’allevamento ittico almeno dal 29/04/2019, quando ha ricevuto un’istanza di modifica della concessione originaria. Da tale data, si è profusa nella richiesta di pareri e autorizzazioni ai vari enti competenti (Capitaneria, Demanio, Regione Liguria), evidenziando che il nuovo progetto, pur diverso rispetto a quello del 2008, non apporterebbe sostanziali modifiche e chiedendo pertanto la conferma dei pareri precedentemente espressi.
Inoltre, posto che la concessione ha una durata di 15 anni dal 2008, non crediamo che la società Aqua Srl sia disposta a fare un investimento da 3 milioni di euro sulla base di una concessione con una durata residua di soli 3 anni (considerando che l’allevamento richiede anni per andare a regime): pare evidente quindi che, nei contatti intercorsi fra l’Amministrazione e la società stessa, sia stata espressa la volontà politica di concedere una proroga a scadenza.

Appare evidente quindi che l’Amministrazione ha, fin qui, valutato positivamente l’iniziativa di Aqua Srl e ne ha accompagnato il percorso in modo collaborativo; per Imperia al Centro, in se’, non vi è nulla di male: l’Amministrazione è sicuramente legittimata a fare le sue scelte, avendo avuto dai cittadini il mandato di amministrare la città.

Quello che è gravissimo è invece che tale percorso sia stato fatto senza darne alcuna comunicazione alla città: era facilmente prevedibile che una pratica del genere avrebbe sollevato un dibattito, dividendo la città fra favorevoli e contrari ma tuttavia si è deciso di portarla avanti senza darne alcuna notizia al Consiglio Comunale, e senza attivare alcun percorso di confronto trasparente.

Appare ridicolo che, una volta colti sul fatto, i nostri amministratori non abbiano avuto il coraggio, nemmeno a posteriori, di motivare la propria scelta, spiegando quali garanzie siano state richieste alla società concessionaria, evidenziando gli aspetti positivi che li hanno convinti e le cautele adottate per ridurre al minimo quelli negativi. Un tale atteggiamento adulto avrebbe quantomeno ridotto la gravità dell’opaca gestione della pratica; invece l’Amministrazione ha fatto un puerile tentativo di far passare il tutto come “colpa di quelli di prima”. Dai documenti esaminati risulta vero che nell’anno 2018, ancora vigente l’amministrazione Capacci, il dirigente del settore ha firmato il subingresso di Aqua Srl alla precedente concessionaria Aquarius Scrl; ma tale subingresso, senza alcuna modifica nella concessione, è un atto dovuto a seguito della cessione di attività dall’una all’altra società, senza alcuna discrezionalità tecnica e senza alcun intervento politico.
E infine, assistiamo alla pagliacciata della riunione plenaria di stamattina, in cui il Sindaco ha convocato gli enti competenti (gli stessi da cui nei mesi scorsi si è già fatto dare l’autorizzazione a procedere), per poter camuffare ancora una volta la realtà, cercando di nascondere la propria decisione dietro adempimenti burocratici altrui.

La questione è molto semplice: se l’Amministrazione è d’accordo con l’allevamento ittico, lo dica e lo spieghi alla città; in caso contrario, è sufficiente un atto di indirizzo politico che esprima la volontà di non procedere al rinnovo nel 2023, e la società Aqua si farà da parte volontariamente.

Per governare in modo trasparente bisogna prima informare i cittadini, ascoltarli e poi decidere, assumendosi la responsabilità politica delle proprie decisioni. L’amministrazione Scajola invece, ancora una volta, ha prima deciso, cercando di mettere i cittadini davanti al fatto compiuto, e poi ha cercato di mistificare la realtà, arrampicandosi sugli specchi per dare la colpa ad altri.