Rivieracqua, Scajola contro l'assemblea dei sindaci di ieri: "L'entrata dei privati è l'unica soluzione per l'acqua"
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Il sindaco di Imperia, Claudio Scajola, commenta oggi l’assemblea dei sindaci con la quale ieri è stato approvato il bilancio 2018 di Rivieracqua, la società pubblica creata per gestire il servizio idrico integrato nel Ponente ligure a seguito del referendum che decretò la volontà dei cittadini per la gestione pubblica dell’acqua.

Assemblea alla quale il sindaco Scajola ieri non ha partecipato. Da oltre un anno, infatti, il primo cittadino non presenzia più agli incontri e alle assemblee della società che si trova in concordato.

“Il bilancio è stato votato solo dalla metà dei sindaci della Provincia. È inoltre un bilancio in perdita (2 milioni, rispetto ai 6 milioni del 2017 ndr) e non perché Rivieracqua abbia fatto investimenti. La società ha accumulato debiti senza aver fatto né manutenzioni né investimenti. Significa che questa società non ha funzionato. Per questo ho chiesto che venga commissariata. Il sistema idrico della nostra città ha bisogno di grandi investimenti. Non mi sembra di aver letto che l’assemblea di ieri abbia deciso come finanziare questi investimenti. Se questi investimenti, parliamo di milioni di euro, non verranno finanziati saremo condannati ad avere la siccità e i tubi che si rompono. Non mi pare di aver letto che l’assemblea dei sindaci si sia auto-tassata. E allora dove li troviamo questi soldi? La soluzione credo possa essere il controllo pubblico del servizio, ma con l’apporto di capitali provenienti da un privato,” commenta Scajola.

Non cambia idea, quindi, il sindaco di Imperia che ormai da tempo vede come unica soluzione l’entrata dei privati nella gestione del servizio idrico.

Ieri, però, i sindaci dei comuni che fanno parte di Rivieracqua e che hanno partecipato all’assemblea hanno affermato chiaramente che Rivieracqua deve rimane pubblica. Per raggiungere questo obiettivo Sanremo e Taggia porteranno settimana prossima in consiglio comunale il conferimento delle società Amaie e Secom in Rivieracqua, passaggio fondamentale in vista dell’udienza sul concordato preventivo che la società dovrà affrontare il 10 settembre.

Con il seguente conferimento dei gestori cessati Amat, Aiga e 2i Rete Gas, il presidente di Rivieracqua Mangiante e i sindaci dichiarano che la società potrà raggiungere la tariffa d’ambito, traguardando l’equilibrio economico finanziario e potendo poi camminare sulle proprie gambe senza il bisogno di capitali privati.

Rimane comunque contrapposta e critica l’opinione del sindaco Scajola.

“È un argomento complesso e del quale si potrebbe parlare per ore. Mi pare che si possa dire semplicemente che la strada decisa allora da Rivieracqua sia stata una strategia assolutamente fallimentare,” conclude.

Per dovere di cronaca bisogna anche aggiungere che Amat, società partecipata del comune di Imperia, tra richieste di fallimento e ricorsi al Tar, ha più volte messo in difficoltà il futuro di Rivieracqua. In una lettera, l’ex presidente della Provincia, Fabio Natta, individuava alcune delle ragioni che hanno decretato le criticità di Rivieracqua:

  • il ritardo nel trasferimento dei complessi aziendali di Amat Spa, Aiga Spa e 2i Rete Gas, e nell’avvio delle relative gestioni;
  • il ritardo nel conferimento dei complessi aziendali di Amaie Spa e Secom Spa, e nell’avvio delle relative gestioni;
  • il mancato pagamento dei contributi ad integrazione tariffaria da parte di alcuni Comuni, in esecuzione di accordi sottoscritti dai medesimi all’atto del conferimento del servizio, necessari per garantire l’equilibrio economico finanziario della gestione stante l’insufficienza delle tariffe a coprire tutti i costi operativi e di investimento, determinati sulla base dei dati risultanti dal bilancio consuntivo, per la quasi totalità dei Comuni, al 31/12/2012;
  • le conseguenti difficoltà finanziare di Rivieracqua che hanno condotto all’istanza di fallimento presentata da Amat Spa e successivamente ritirata.

Insomma, diverse le mancanze avvenute in passato e che hanno portato alla situazione attuale. L’assemblea dei sindaci di ieri ha però dimostrato un’unione di intenti per superare il momento difficile e andare nella direzione che ci si era prefissati in passato, a favore della gestione pubblica del servizio idrico.