biblioteca lagorio

Le associazioni ApertaMente Imperia e Famiglie Arcobaleno, con il sostegno del CSV Polis, venerdì 16 settembre alle ore 17.30 presso la biblioteca civica Lagorio a Imperia presentano l’incontro “1946: I treni della felicità“, nell’Italia del dopoguerra, con Fabio Caffarena, Luigina Borgia e Gennaro Di Vicino.

“I treni della felicità, una delle pagine migliori della ricostruzione dell’Italia – commentano le associazioni – dopo l’occupazione nazifascista e la guerra, un episodio, a livello storiografico e politico, dimenticato che cercheremo di raccontare grazie al contributo di Fabio Caffarena, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Genova, e alle testimonianze personali di Luigina Borgia e Gennaro Di Vicino”.

Era l’inverno del 1945: alla fine della guerra, l’Italia era un paese stremato, distrutto, materialmente e moralmente, che aveva sofferto per i bombardamenti, la miseria e per la violenza degli eserciti stranieri, nemici o alleati che fossero. Le emergenze riguardavano soprattutto i bambini abbandonati a se stessi, orfani o, come in gran parte del meridione, residenti in zone distrutte dalle bombe, da calamità naturali, soggette ad epidemie, dove la fame e la disoccupazione erano quotidianità.

A Milano Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana, da poco rientrata dal campo di Ravensbrük, intuisce che solo un gesto di solidarietà può risolvere almeno temporaneamente questa drammatica situazione.

Viene messa in atto così una straordinaria rete di solidarietà organizzata e sostenuta dalla neonata UDI (Unione donne italiane), dal PCI, dalle sezioni Anpi, dalle amministrazioni comunali. Migliaia di famiglie di lavoratori del centro-nord aprono le proprie case a bambini provenienti dalle zone del Paese più povere e più colpite dalla guerra: ben 70.000 ragazzi, un numero sorprendente, che viaggiarono tra il 1945 e il 1951 su quelli che vennero chiamati “i treni della felicità”: un viaggio verso nord che nessuno di loro ha dimenticato. 

Il primo convoglio partì da Roma il 19 gennaio del ’46: non era più un treno di morte come i convogli dei deportati, ma ricostruiva la vita. Un’accoglienza inizialmente prevista per pochi mesi ma che in molti casi si protrasse più a lungo, a volte per anni. Alcuni dei bambini vennero addirittura adottati dalle famiglie di cui furono ospiti. Anche a Imperia vennero ospitati circa 100 bambini.

“Vi aspettiamo per discuterne con i nostri ospiti. L’ingresso è libero”, invitano le associazioni.