dita di dama

In occasione della Giornata Internazionale della Donna la Cgil di Imperia promuove un incontro con studentesse, studenti, delegate e delegati per affrontare il tema della condizione femminile: “Lunedì 13 marzo, alle 9:30, al teatro della SOMS Società Operaia di Mutuo Soccorso in via Santa Lucia 14 a Imperia – Oneglia presenteremo lo spettacolo “Dita di Dama”, monologo di Laura Pozone tratto dal romanzo di Chiara Ingrao”, commenta la Cgil. “Le ‘dita di dama’ sono le dita di Maria, la protagonista: dita curatissime e sottili, con le quali Maria avrebbe voluto fare la dattilografa ma che invece la portano a lavorare in una fabbrica di televisori, dove servono mani sottili come le sue”.

“Ne parleremo guardando oltre confine. Ne parleremo guardando le disabilità femminili. Ne parleremo guardando i sogni infranti dalla cultura patriarcale e maschilista. Ne parleremo con un monologo ironico, suggestivo e divertente che parla di passato e guarda al futuro per allora, nostro presente di oggi”, prosegue. “È sempre importante celebrare la Giornata Internazionale della Donna. Proviamo a farlo riempiendola di contenuti e cercando di dare un contributo ad un avanzamento culturale che è ancora necessario. Ecco, ad esempio, alcuni dati: la condizione occupazionale delle donne in Italia, già drammatica sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, registra ulteriori record negativi a seguito della pandemia: l’analisi dei dati ISTAT, effettuata dalla nostra Fondazione Di Vittorio, rivela che su oltre 23 milioni di occupati le donne restano sotto la soglia dei 10 milioni, con un tasso di occupazione oltre 18 punti percentuali inferiore rispetto a quello maschile. L’indice di disoccupazione, è più alto tra le donne (18,6%) rispetto agli uomini (16%). Tali dati peggiorano prendendo in considerazione la forza lavoro potenziale, ovvero la platea di non occupate o sottoccupate che potrebbero lavorare ma non rientrano tra i disoccupati perché, non cercando ufficialmente lavoro, risultano inattive (rinuncia al lavoro). Da evidenziare è anche il ritardo con il quale le donne ottengono un contratto a tempo indeterminato rispetto agli uomini, anche a parità di mansione e la quantità di assunzioni a part time, sempre più spesso “involontario”, che rappresentano la forma contrattuale con la quale la maggioranza delle donne accede al lavoro. Nel nostro Paese solo il 28% delle posizioni manageriali sono occupate da donne, che si riduce al 18% se vengono prese in esame le posizioni regolate da un contratto da dirigente. Tra i quadri, le donne sono al 30,4% del totale, il 37% degli under 35 e il 34,3% tra gli under 40. Una donna su dieci rinuncia al lavoro per dedicarsi all’attività di cura all’interno della famiglia”.

Per Marco De Silva responsabile Ufficio Economico Cgil Liguria “Esiste un triplo gap di genere: retributivo, occupazionale e di intensità di lavoro che certifica il profondo divario tra maschi e femmine in Liguria e che si approfondisce sempre più invece di colmarsi. Il confronto dell’anno 2021 col 2019 pre-pandemico ci consegna un quadro in cui le lavoratrici dipendenti calano in numero cinque volte più dei maschi, perdono quasi il triplo delle giornate lavorate dei maschi e come se non bastasse nel 2021 una donna ha guadagnato oltre mille euro in meno di retribuzione media annua lorda rispetto a quanto aveva guadagnato nel 2019”.