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L’emergenza sanitaria e le varie restrizioni collegate non fermano il corso della giustizia che nella vicina Nizza ieri ha portato alla condanna di tre passeur, due afgani ed un tunisino, facenti parte di un’organizzazione clandestina con base in Italia, tra Milano e Ventimiglia.

A fronte di una richiesta di pena molto severa di otto anni di carcere, il tribunale francese ha emesso condanne di cinque anni di prigione oltre all’interdizione definitiva di entrare sul territorio francese.

La banda di passeur è accusata di aver portato oltre frontiera quasi duemila clandestini negli ultimi cinque mesi dell’anno scorso. Il servizio di trasporto avveniva in modalità ‘go-fast’ simile a quella utilizzata dai trafficanti di droga. Il piano redatto dall’organizzazione prevedeva l’acquisto da parte di uno straniero regolare sul suolo italiano di monovolume o station-wagon da rottamare o molto vecchie con prezzi bassissimi ma in grado di trasportare attraverso la frontiera tra 20 e 100 clandestini ogni notte. Mediamente, partendo da Ventimiglia per superare il confine, il prezzo per migrante era intorno ai 200 euro,

Ai conducenti era richiesto di non fermarsi mai anche in caso di controlli delle forze dell’ordine arrivando a forzare i posti di blocco o eventualmente abbandonando il mezzo e gli occupanti per fuggire, ma se tutto filava liscio l’ordine era di far scendere i migranti prima del temuto e controllato h24 pedaggio de La Tubie, fermando per pochi secondi la vettura sulla corsia d’emergenza invitando i passeggeri a scappare e nascondersi nella natura e poi proseguire il cammino a piedi.

Secondo l’inchiesta condotta in totale collaborazione tra inquirenti italiani e francesi, la banda era composta da una ventina di persone, molte già arrestate nel corso di precedenti operazioni anche condotte dalla nostra Guardia di Finanza secondo la quale uno dei due afgani condannati ieri a Nizza era già riuscito ad inviare quasi 100mila euro a casa sua a Kabul, frutto dell’attività illegale.

Sono proprio le Fiamme Gialle a condurre l’inchiesta, in dirittura d’arrivo, riguardo il riciclaggio del denaro illegalmente incassato dall’organizzazione criminale.