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Entra ufficialmente in vigore il Decreto Infrastrutture, provvedimento che nelle intenzioni del governo Meloni è finalizzato al potenziamento delle infrastrutture strategiche e alla semplificazione delle procedure riguardo alle opere pubbliche, oltre che al rafforzamento degli strumenti e dei meccanismi di governance e programmazione delle suddette.

Divenuto realtà lo scorso 16 luglio, dopo l’approvazione definitiva presso il Senato con 104 voti favorevoli, 1 astenuto e 67 contrari, il DL, oltre a interessare numerosi lavori di rilevanza nazionale (dal ponte sullo Stretto di Messina alle opere correlate alle Olimpiadi invernali del prossimo anno) interessa molto da vicino il Ponente ligure, in quanto include tra gli interventi prioritari anche la realizzazione della Variante Pieve di Teco-Ormea, con il traforo di valico Armo-Cantarana, confermando lo stanziamento delle risorse necessarie all’interno del Contratto di Programma ANAS 2021–2025.

Il progetto Armo-Cantarana: numeri e obiettivi

L’Armo-Cantarana è un progetto, oggetto di discussione dagli anni ’80, che punta a superare le criticità dell’attuale tracciato tra Cantarana (Cuneo) e Acquetico (Imperia), unite da 13,8 km di strada tortuosa, con 662 metri di dislivello, attraverso 11 centri abitati per circa 25 minuti di percorrenza. Il progetto del traforo ridurrebbe la distanza a 9,3 km, il dislivello a 370 metri e i tempi a 6 minuti, senza attraversare zone residenziali.

Il traforo fa parte di un piano infrastrutturale tracciato da ANAS già tra gli anni Novanta e Duemila, insieme alla variante Pontedassio-Imperia e all’Aurelia bis, ma mentre le prime due opere sono state realizzate, il terzo intervento è rimasto per anni in fase progettuale.

Nel 1992 era stato completato un primo foro pilota di 2.852 metri, utile a verificare la fattibilità geologica dell’opera. Nel 2019 la progettazione è stata reinserita nel Contratto di Programma MIT-ANAS, e nel 2020 il progetto definitivo ha ottenuto un primo via libera dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici, con alcune integrazioni richieste. 

L’opera era stata inserita tra quelle considerate urgenti e indifferibili dalle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti, con l’obiettivo di migliorare i collegamenti lungo la Statale 28, aumentare la sicurezza stradale e favorire lo sviluppo economico delle aree interne, in linea con gli standard infrastrutturali europei.

A pochi giorni dall’approvazione parlamentare, la Provincia di Imperia aveva presentato le proprie osservazioni nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Il documento, firmato dal funzionario provinciale Fulvio Modugno, non ha sollevato particolari criticità rispetto al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ma ha evidenziato alcuni aspetti da monitorare con attenzione.

In particolare, è stato chiesto di valutare con cura le possibili interferenze ambientali in aree di pregio naturalistico, di tutela idrica e lungo la rete sentieristica legata allo sviluppo turistico. Sotto osservazione anche le interazioni con la viabilità provinciale, in particolare nel tratto della galleria Trovasta 2, che passa al di sotto della Strada Provinciale 85. Gli uffici provinciali hanno inoltre invitato a prestare attenzione alla progettazione degli svincoli tra la futura statale e le strade locali, in vista di un’eventuale presa in carico da parte dell’ente.

La competenza sulla valutazione d’incidenza per i siti Natura 2000 e il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica resta in capo alla Regione Liguria.

Con l’approvazione del decreto e il completamento della fase preliminare, il progetto Armo-Cantarana si avvia ora verso la definizione esecutiva. Il prossimo passo sarà l’elaborazione del progetto definitivo e la successiva attivazione della procedura di finanziamento, su un’opera il cui investimento previsto supera i 500 milioni di euro.

“La nuova legge”, aveva dichiarato il senatore Gianni Berrino all’indomani dell’approvazione, “introduce misure concrete per semplificare le procedure, accelerare i cantieri strategici, garantire maggiore trasparenza negli appalti e favorire l’integrazione tra mobilità sostenibile, logistica e digitalizzazione. È una riforma che guarda al futuro, alle esigenze di cittadini e imprese, con una visione ampia e strutturale”.

La struttura, una volta completata cambierebbe radicalmente l’accessibilità tra la Liguria di Ponente e il Piemonte meridionale, creando un collegamento ancora più diretto fra l’imperiese ed il cuneese, accorciando i tempi di percorrenza, con l’obbiettivo anche di migliorare la sicurezza e rilanciare le aree interne.