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Enzo Barnabà ha raccontato a Riviera Time una triste pagina della storia dell’Italia e della Francia, ossia il massacro di Aigues Mortes, avvenuto nell’omonimo paesino della Provenza.

Benché molti documenti diano a intendere che l’avvenimento avesse coinvolto in parti uguali italiani e francesi, sia come aggressori che come aggrediti, la realtà è che un gruppo di xenofobi francesi, aizzati da una forte propaganda anti-italica, effettuò un vero e proprio pogrom ai danni degli operai liguri che erano giunti per lavorare nelle saline durante la stagione estiva. Da tale linciaggio risultarono dieci morti, tutti italiani, nonché centinaia di feriti.

Di seguito riportiamo il commento di Barnabà a una lettera scritta dai socialisti sanremaschi (che riportiamo in calce) qualche tempo dopo i fattacci:

Il settimanale “Corriere di Casale” nel suo primo numero del settembre 1893 riporta questa lettera inviata dai socialisti sanremesi a don Mauger, parroco di Aigues-Mortes.
È molto probabile che la missiva nasca da informazioni fornite, oltre che dalla stampa italiana, da operai scampati alla strage ed espulsi in Italia. Informazioni, nello stesso tempo, corrette ed erronee:

  1. Su don Mauger viene fornito – a ragione – un giudizio positivo: egli infatti, durante le terribili giornate, protesse con coraggio gli italiani e, successivamente, si occupò dei feriti non rimpatriati, ricoverati nell’ospizio cittadino.
  2. È erronea la menzione relativa alla “vittime senza distinzione di nazionalità” poiché non vi fu alcuna vittima francese. La stampa informò male, molto male, fornendo l’idea della rissa piuttosto che del massacro.
    Non sappiamo se don Mauger abbia risposto. Se lo ha fatto, ha probabilmente fornito una risposta negativa: ad Aigues-Mortes non c’era alcuna famiglia delle vittime. Né francese e neppure italiana, visto che si trattava di immigrati temporanei (15 giorni circa) che avevano lasciato le famiglie a casa.
    È probabile che i socialisti sanremesi abbiano successivamente partecipato alla sottoscrizione nazionale indetta da “Il Folchetto” che fruttò le 259.000 lire che andarono ad aggiungersi all’indennità di 481.000 lire versata dal governo francese, per un totale di 740.000 lire. Il Tesoro, incaricato di indennizzare le vittime (famiglie dei morti, feriti e danni materiali), distribuì solo 302.000 lire appropriandosi di ben 438.000 lire.

La storia integrale raccontata dallo storico Enzo Barnabà nel video-servizio a inizio articolo.