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Il 15 maggio verrà ricordato come il giorno della bomba: lo sarà per molti, per gli artificieri che lo hanno disinnescato e portato via, per gli amministratori che hanno dovuto gestirlo, per i volontari che lo hanno sostenuto, ma soprattutto lo sarà per i più di 10.000 abitanti dei comuni di Riva Ligure, Taggia, Castellaro e Sanremo che hanno dovuto abbandonare le loro dimore.

Dalle 9:00 del mattino la foce del torrente Argentina è diventata “zona rossa” per consentire agli uomini e alle donne del 32° Reggimento Genio Guastatoriunità specialistica della Brigata Alpina Taurinense di effettuare le operazioni necessarie al disinnesco dell’ordigno rinvenuto nel greto del fiume. Una zona desertica che ha finito per popolare il resto del territorio, un esodo programmato che ha visto i più trascorrere una classica domenica fuoriporta, ma che per molti ha significato ricevere ospitalità nelle strutture messe a disposizione dai comuni.

Una giornata dalla strana atmosfera, un caldo pomeriggio di risa e gioco, di chiacchere e sorrisi che spesso ha saputo far dimenticare come l’ordigno fosse in realtà a pochi passi da tutti quanti. Un giorno fatto di attese soffocanti, di tempi lunghissimi in attesa di novità dal disinnesco.

Un giorno raccontato “minuto per minuto” tramite la testimonianza comune di chi ha saputo rendersi comunità affinché la difficoltà potesse trasformarsi un una sorta di strana “festività”. Il tutto tramite il girovagare dell’unico reporter che ha dovuto evacuare, il “giornalista sfollato”.

Nel video servizio di Riviera Time le interviste ai sindaci di Riva Ligure, Giorgio Giuffra, e Taggia, Mario Conio, e al Prefetto di Imperia Armando Nanei.