video
play-rounded-outline
08:53

“Nel momento in cui mi sono vaccinato, mi sono sentito un privilegiato. È stata una piccola liberazione, come ha detto Neil Amstrong, una volta sbarcato sulla luna: “Il vaccino è stato un piccolo passo per l’uomo, ma un enorme passo per l’umanità”. A dirlo il dottor Giovanni Cenderello, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Borea di Sanremo.

Un medico che sta combattendo in prima linea il covid-19 dal 28 febbraio 2020 e che racconta a Riviera Time il lato più umano del suo vaccino: “In quel momento ho ripensato alle persone che non c’erano più, ai ragazzi giovani che abbiamo perso perché non siamo riusciti a curarli e agli anziani che sono morti soli. Ho pensato che da lì iniziava la fine di questa agonia, di questa notte della civiltà”.
Vaccinazione che per gli over 80 in Liguria dovrebbe iniziare dal 15 febbraio: “Sono le persone più fragili – dice il dottore. Sono quelle che veramente dobbiamo proteggere, è necessario procedere e che ci sia un’ampia adesione”.

Con Cenderello non si è parlato soltanto di vaccino, ma anche della generale situazione covid-19 nella nostra provincia a partire dall’aumento dei positivi negli ultimi giorni: “In Asl 1 stiamo affrontando un aumento dei ricoveri che è iniziato venerdì scorso. C’è stato un progressivo aumento della pressione, stiamo ricoverando più persone rispetto alle settimane precedenti. È un momento particolare in cui la nostra provincia sembra essere in controtendenza rispetto alle altre province liguri dove il dato è abbastanza stabile. Questo può essere dovuto a diversi motivi tra cui la vicinanza con la Francia, o il non rispetto delle normative di prevenzione che sono fondamentali”.

Quando incidono i cluster sul comparto ospedaliero?

“Questi ultimi non hanno avuto un peso enorme perché buona parte dei malati di Casa Serena è stato gestito e trattato lì. Anche per quello del Don Orione abbiamo avuto circa una ventina di ricoveri, 15,20 per Casa Serena”.

Conclusione dedicate alle nuove varianti covid. C’è preoccupazione all’interno del mondo ospedaliero?

“Non c’è una preoccupazione maggiore di tanto rispetto a quella del normale covid – spiega Cenderello. Va però detto che se queste varianti avessero una maggior trasmissibilità potrebbero andare a inficiare e ritardare il processo di immunizzazione. Non tanto perché le varianti non rispondano alla vaccinazione, ma il problema è che se aumentasse il carico di malati negli ospedali avremmo bisogno di togliere forze dalla campagna vaccinale per recuperare medici e infermieri che possano fare assistenza”.