“Habemus Papam… nuntio vobis gaudium magnum”.
Sono esattamente le 16 e spiccioli quando il dimissionario sindaco di Genova Marco Bucci, pochi mesi fa scelto all’improvviso da Giorgia Meloni e dal centro destra compatto candidato e recentemente vincitore, sul foto finish, delle elezioni regionali della Liguria, parafrasando ed attualizzando la storica frase, il concetto e le parole attribuite a Papa Martino V nel lontano 1417, quando la chiesa era talmente in crisi che in Europa c’erano addirittura 3 Papi, Gregorio XII a Roma, Benedetto XIII ad Avignone e Giovanni XXIII a Pisa, annuncia finalmente con grande gioia di essere riuscito a cucire e far nascere la nuova giunta regionale.
Una conferenza stampa affollata di giornalisti, pubblicisti, praticanti professionisti, fotografi, politici, cameramen, siti internet, social, taccuini, amministratori, amici-nemici, vincitori e vinti, interviste a raffica, strette di mano, sorrisi sinceri o di circostanza accendono nella memoria atmosfere, senza confonderle, del film Habemus Papam del 2011 di Nanni Moretti, con Michel Piccoli (il cardinale Melville/Papa; lo stesso Moretti, psicanalista Brezzi; Margherita Buy, anche lei psicologa, moglie di Brezzi). Una pellicola presentata con successo al Festival di Cannes, vincitrice di ben 7 Nastri d’Argento, 3 David di Donatello, eletto dai “Cahiers du cinèma” addirittura miglior film dell’anno. Auguriamo sinceramente al neo presidente della Regione Marco Bucci, alla sua squadra, all’intero consiglio regionale ancora successi maggiori.
Liguria, liguri, residenti e turisti ne hanno fortemente bisogno. La squadra? Eccola: il presidente della Regione Marco Bucci, da perfetto genovese, manterrà la delega al Bilancio. Fidarsi, come dice il proverbio, è bene, non fidarsi è meglio. L’imperiese Alessandro Piana (Lega) oltre ad essere riconfermato vicepresidente ed assessore all’Agricoltura, Pesca, dopo un totale e misterioso silenzio di Bucci, al contrario di altri possibili eletti, addirittura si parlava di bocciature tacendo il perché visto che aveva ricoperto la carica di presidente ad interim dopo il clamoroso arresto per corruzione del presidente della Regione Giovanni Toti, del super imprenditore Spinelli & C. per lo scandalo e le indagini in corso riguardanti il porto di Genova, pubblicità, comportamenti strani che si rincorrevano quasi assicurando che sarebbe stato bocciato, escluso, ha avuto più deleghe, infatti anche ai prodotti dell’eccellenza ligure e Grandi Eventi; Simona Ferro (FdI) assessore Cultura, Sport e Scuola; Giacomo Giampedrone (Vince Liguria) assessore alla Protezione civile ed Edilizia Ospedaliera; il sanremese Luca Lombardi (FdI) assessore al Turismo; l’imperiese Marco Scajola (FI) recordman dei voti, Trasporti ed Urbanistica; Paolo Ripamonti (Lega) alla Sicurezza; Massimo Nicolò (Civico tendente FdI) alla Sanità.
Tutto bene quello che finisce bene? Al momento non c’è la controprova. Certamente Bucci per riuscire a far quadrare il cerchio del così detto “bottino da dividersi”, quando c’è la spartizione dei pani e dei pesci, dare a ciascuno quello che merita, quando in ballo c’è la corsa a supremazie politiche deve avere sudato le mitiche 7 camice. Riviera Time e L’Eco della Riviera, in simultanea ed assolutamente in solitaria, 3 giorni fa, il 15 novembre titolavano l’editoriale “Giallo della nuova Giunta Regionale: Bucci & C. tutti d’accordo”, ma il presidente ad interim Piana dov’è?”. Avevamo chiesto a Bucci, motivando il quesito, e lo richiediamo il perché di quel suo rumoroso silenzio alla Hitchcock. Giustizia è stata fatta? Pecchiamo di presunzione se pensiamo che quanto scritto, detto e sostenuto possa essere stata quella piccolissima goccia a convincere i litiganti, compreso Bucci, che l’ex presidente ad interim di Toti e della tempesta giudiziaria in atto su Genova e d’intorni non meritava davvero di non far più parte della nuova giunta? Girava il ritornello che entro poche settimane, al massimo 2 mesi, la giunta ligure avrebbe aumentato da 7 a 9 il numero degli assessori per far fronte alla mole di lavoro ed una poltrona era destinata già ad Alessandro Piana. Ma i Piana, entrambi Lega, sono due. Ad andare in giunta, sino ad oggi pomeriggio, però si è sempre detto e scritto solo, con tutto il rispetto, il nome di Alessio. Perché? Il “Mistero” di Enrico Ruggeri continua.