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Inizia oggi l’era del green pass. Un nuovo capitolo della brutta vicenda coronavirus con la quale ci troviamo a convivere da un anno e mezzo a questa parte.

Il certificato verde sarà obbligatorio per tutti gli over 12 per accedere a: bar e ristoranti al chiuso, fiere, eventi sportivi, congressi, musei, parchi a tema o di divertimento, centri massaggi e termali, sale da gioco, cinema, teatri, concerti, concorsi pubblici. Green pass anche per gli sport in piscine, palestre e per praticare quelli di squadra così come per accedere agli ospedali.

Ma cosa ne pensano i sindaci delle due principali città della provincia: Imperia e Sanremo?

“La nostra Costituzione riconosce la salute come diritto a livello individuale, ma anche come interesse collettivo – dice Claudio Scajola contattato dal nostro giornale. Significa che le istituzioni sono chiamate a porre in essere gli strumenti utili a garantire tanto il singolo cittadino quanto la salute dell’intera comunità.
La scienza ci dice che con il vaccino è molto difficile andare in ospedale ed è rarissimo essere ricoverati in terapia intensiva. Ciò significa che, quando avremo raggiunto una percentuale elevata di vaccinati, potremo dire finita l’emergenza perché avremo messo in sicurezza il sistema ospedaliero dal rischio collasso, che è stato il vero tema di questa pandemia.
Non soltanto avremo la possibilità di accogliere e curare per tempo i malati di Covid, ma potremo riprendere a pieno regime tutte le cure e le attività di prevenzione che sono state molto sacrificate nell’ultimo anno e mezzo, con grande preoccupazione e sofferenza di tante famiglie. Penso dunque al green pass come strumento positivo per sentirci più al sicuro, ma anche come incentivo a far crescere il numero di persone vaccinate, a evitare la crisi degli ospedali e scongiurare nuove chiusure di attività commerciali in futuro”.

Di avviso simile il primo cittadino di Sanremo Alberto Biancheri: “L’introduzione del green pass ha come primo obiettivo l’incremento delle vaccinazioni e, quindi, la riduzione del rischio di conseguenze gravi sulla popolazione a fronte di una nuova recrudescenza del virus. In questo senso è condivisibile il fine, che punta anche a scongiurare una nuova ondata ospedaliera o nuove restrizioni. Mi pare, però, che ci sia ancora poca chiarezza sull’impianto di un decreto legge così impattante, e in particolare sulle modalità di controllo. Mi auguro comunque che tutte le iniziative messe in campo, congiuntamente alla progressione della campagna vaccinale, possano essere decisive nel mantenere sotto controllo la situazione epidemiologica”. 

Da ricordare che il certificato sarà valido per chi ha almeno una dose di vaccino, per chi ha un risultato negativo a un tampone nelle ultime 48 ore o è guarito dal covid negli ultimi sei mesi. La carta ha infine durata di nove mesi dalla data della seconda dose di vaccino.