[beevideoplayersingle videourl=”https://vimeo.com/203598218″]Circa 200 operai della TIM, sponsor unico del 67° Festival di Sanremo, stanno in questo momento protestando a pochi passi dal Teatro Ariston dove, tra qualche ora, si svolgerà la finale della kermesse canora.

Nel comunicato, firmato dai lavoratori e dalla SLC-CGIL, si legge:

“Il Festival di Sanremo rappresenta un momento di festa popolare che ogni anno prova a distrarre gli italiani da una vita quotidiana sempre più complicata. Sul palco dell’Artiston si susseguono artisti e cantanti che, attraverso le proprie esibizioni, allontanano per qualche minuto le tante preoccupazioni che ciascuno ha per il proprio futuro e quello de propri cari.

Siamo i  lavoratori e le lavoratrici di TIM e per prima cosa ci scusiamo se siamo qui, a pochi metri dal Festival, a cantare una canzone stonata. Quest’anno però non potevamo proprio rimanere comodamente seduti sul divano a goderci lo spettacolo sapendo che, a questa gioiosa festa, viene associata, come sponsor unico, l’immagine della nostra azienda.

Venti anni fa l’allora Telecom fu privatizzata e da quel momento si sono avvicendati dirigenti, proprietà e Governi. In molti hanno attraversato le vicende TIM, in molti si sono arricchiti e hanno garantito i propri interessi, nessuno ha impedito che una delle principali multinazionali di telecomunicazioni del mondo si trascinasse in un lento e inesorabile logorio.”

Un giudizio decisamente negativo quello che danno gli operai sulle scelte fatte dall’azienda. Puntano il dito, infatti, contro l’immobilismo della TIM che, secondo quanto scritto, si è fatta portare via da altre aziende il business della costruzione della Rete in Fibra, soprattutto nelle zone tecnologicamente più disagiate del Paese.

“L’ennesima occasione buttata da dirigenti, proprietà e Governi quantomeno inadeguati,” continuano i lavoratori.

Secondo la CGIL e gli operai, queste errate scelte aziendali hanno portato a una situazione insopportabile per i lavoratori TIM:

“Mentre va in scena il Festival, dietro le quinte accade che:

  • Trentamila lavoratori sono in contratto di solidarietà da cinque anni con decurtazioni dello stipendio;
  • Il premio di risultato non è stato erogato ai lavoratori mentre ai dirigenti si;
  • Il contratto collettivo di lavoro è finito due anni fa;
  • Il contratto aziendale è stato disdetto unilateralmente da TIM con riduzione di ferie, permessi individuali e indennità economiche;
  • TIM vuole introdurre meccanismi di flessibilità oraria e il controllo individuale legato alla produttività;
  • TIM dichiara agli ordini di stampa una situazione rosea mentre con le RSU piange miseria.”

Il presidio, indetto dalla SLC-CGIL, è iniziato alle 14.30 e andrà avanti fino alle 19.00.