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Basterà un titolo con tre punti esclamativi ed una passionale intervista live con l’ex sindaco di Ventimiglia ed attuale consigliere regionale e vicepresidente del Bilancio Enrico Ioculano (Pd), per tentare di accendere una debolissima luce su cosa sia successo e che futuro avrà il Saint Charles?

Dell’ospedale di Bordighera, dei suoi problemi e di soluzioni se ne parla da 5 anni. Dal 2019 poi fiumi di riunioni, promesse, trattative, ipotesi di possibili accordi tra pubblico e privato, tra la Regione Liguria, il suo presidente Giovanni Toti, gli assessori e i consiglieri imperiesi a Genova, all’intera maggioranza, l’Asl1 e la “Gvm Care & Research”, gruppo internazionale con un potenziale di ben 9.800 addetti in servizio nelle sue strutture in Italia, Francia, Albania, Polonia, Ucraina. Per la “Gvm” le trattative le porta avanti la sua “Iclas” attraverso Ettore Sansavini e Sandro Mazzantini, rispettivamente presidente ed amministratore delegato. Più volte sono venuti a Bordighera, hanno incontrato sindaci del comprensorio intemelio, medici, fatto sopralluoghi. Inizialmente il contratto doveva essere firmato entro il 2021, poi a marzo del 2022, successivamente rinviato a settembre di quest’anno, poi altro rinvio entro il 31 dicembre, infine a gennaio del 2023, poi, poi, poi a “babbo morto”? In questi giorni si vocifera della prossima estate. Si firmeranno i contratti con il solleone? Se il buongiorno si vede dal mattino… qualche dubbio è più che legittimo.

Perchè queste benedette firme non arrivano mai? È quello che abbiamo cercato di capire con l’intervista a Ioculano, sentendo diversi sindaci, quello di Pigna, per esempio, Roberto Trutalli: “C’è assolutamente bisogno di un ospedale efficiente, con un pronto soccorso all’altezza, nel nostro territorio molte famiglie vivono a 40 chilometri di distanza dal Saint Charles, hanno bisogna di sapere che in caso di necessità possono contare sulla struttura più vicina che è quella di Bordighera”. Anche il pensiero dell’ex sindaco di Ventimiglia e presidente del distretto che raggruppa i 18 Comuni dell’estremo ponente della Riviera e confina con la Francia ed il Piemonte, Gaetano Scullino, è chiaro: “Sulla salute non si deve risparmiare, la vita non ha prezzo. Sono indispensabili ospedali che funzionano, pronto soccorso ed altri reparti, personale medico ed assistenziale che diano assolute garanzie”. 

Due, secondo vox populi, sarebbero i problemi dell’ancora mancata firma: non basterebbero i 14/15 milioni di euro l’anno più 800/900 mila euro per il pronto soccorso che sarebbero stati stanziati (il condizionale è d’obbligo) dalla Regione, dall’Asl, eccetera. Colpa del Covid, della guerra Russia-Ucraina? Fate voi. Il secondo funzionale: mancherebbero medici, infermieri e quanto serve. Al Saint Charles pochi anni fa erano circa 200 in totale, oggi sarebbero la metà. Che si fa? Forse qualcuno sta già pensando o lavorando ad un nuovo contratto? Può essere. Senza pronto soccorso? I pro ed i contro sul territorio ci sono. Difficile dire chi ha ragione. Ottimista, in base alle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa al suo arrivo a Bussana il 1° settembre scorso, è il nuovo direttore generale dell’Asl1, il dottor Filippo Maria Stucchi. Presenti le massime autorità regionali e locali, dal governatore Toti all’ex pluriministro della Repubblica italiana, attuale sindaco e presidente della Provincia di Imperia, Claudio Scajola. Il Dg Stucchi infatti ha tra l’altro detto: “Sono onorato dell’incarico, missione complessa, ma sfidante, lavoreremo da subito sull’ospedale unico di Taggia e sull’ospedale di Bordighera, compreso il pronto soccorso. Dobbiamo essere efficienti, efficaci, flessibili”. Altro passaggio “certo le difficoltà principali sono il personale”, e ancora “ho lavorato 11 anni nella provincia di Mantova, ho avuto problemi simili, quando sono arrivato c’erano 15 ospedali, quando sono andato via erano 4. Però di un’eccellenza che prima non avevano”. Come il suo predecessore all’Asl1, il dottor Silvio Falco, ama la Riviera: “I miei genitori per le vacanze avevano casa a Rapallo, spesso siamo arrivati nell’imperiese”.

Tutto ok? George Cunnig diceva però che “l’indecisione e il rimandare le cose sono parenti del fallimento”.