Suzuki presenta al mondo il “quarto” atto del mitico Jimny. Oggi la 4×4 nipponica si rinnova da cima a fondo, conservando a pieno la sua indole, tanto a livello stilistico che meccanico.

È addirittura più corta della precedente (seppur rinforzato, il telaio rimane lo stesso della terza serie) ed esibisce misure “ideali” per un vero fuoristrada: 21 cm l’altezza minima da terra, 37 gradi l’angolo d’attacco, 28 gradi quello di superamento e 49 gradi quello d’uscita. La Panda 4×4, per intenderci, si ferma a 24°, 21° e 34°.

Rispetto alla terza, quella appunto del ’98, la nuova Jimny recupera stile e anima delle serie precedenti, con un look volutamente squadrato e razionale che sin da subito mette le cose in chiaro: qui si parla di “vero” fuoristrada, non di SUV.

Gli ingegneri di Hamamatsu hanno studiato sospensioni ad assale rigido capaci di dare alle ruote un miglior contatto con il suolo, in abbinamento alla trazione integrale inseribile 4WD Allgrip Pro.

Il tutto è legato ad un telaio a traverse e longheroni che garantisce “la soluzione ottimale per resistere alle dure sollecitazioni dei veri percorsi in fuoristrada”.

Certo, gli invidiosi sostengono che la linea è stata ripresa pesantemente da altre vetture come la Land Rover Defender, la Mercedes Classe G, o ancora di più la Jeep Wrangler, ma francamente, a nostro avviso, si sbagliano!!! Le ipotetiche somiglianze sono legate a esclusivi “motivi tecnici” e non di certo ad una mancanza di creatività da parte dei designer.

I fianchi, volutamente “lisci” impediscono alla neve di attaccarsi alla carrozzeria, consentendo al veicolo di scivolare meglio attraverso la coltre nevosa.

Il look è inconfondibile. Trasmette robustezza e solidità.

Cofano alto, forme squadrate, fari “a led” tondi (un tributo al capostipite LJ 10) con indicatore di direzione separato e mascherina a cinque feritoie.

Un’auto rigorosamente a due porte, dalle dimensioni ridotte (non ci sarà né una versione 4 porte né una versione soft top) se si considera la ruota di scorta (altro elemento caratterizzante) è lunga solo 3,65 m e larga 1,64 cm. La vettura torna quindi ad una forma più squadrata (raggio di sterzata di 4,9 metri) con alcuni dettagli quasi retrò, come la forma semplice e le ampie finestrature che offrono una perfetta percezione degli spazi.

Anche il peso è contenuto e non arrivando a 1.165 Kg, la Jimny, riesce a non essere impacciata nei percorsi fangosi. Ci sono poi nuovi cerchi in lega da 15 pollici e i paraurti bombati che la rendono ancora più muscolosa, assieme a una vasta gamma di nuove colorazioni abbinate ai vetri privacy e alle canaline sul tetto.

Dentro è molto razionale, con plastiche rigide ben assemblate e maniglioni a cui afferrarsi quando si fanno i twist. Alla spartanità si unisce un bel po’ di tecnologia, con lo schermo touch da 7” e connettività con gli smartphone. Peccato per il mini bagagliaio, da sempre il suo punto debole: coi sedili dietro in posizione, è di appena 85 litri.

C’è una sola motorizzazione disponibile, cioè il nuovo 1.5 benzina (1.462 cc) da 75 kW e 102 cavalli.

Il propulsore è stato montato longitudinalmente per ottimizzare la distribuzione dei pesi e ridurre il diametro di sterzata. Questa unità è più leggera del 15% e più compatta del 1.300 cc della generazione precedente, rispetto alla quale offre anche una maggior coppia, specie ai bassi regimi. Il peso contenuto assicura alla nuova Suzuki Jimny una velocità massima di 145 km/h.

Luce ed ombre si annidano solo nella pagella NCAP (ente europeo che vigila sulla sicurezza delle auto). La piccola 4×4 ha raggiunto “solo” il giudizio complessivo delle “TRE STELLE” con il 73% su 100 nella protezione adulti. Non brilla neanche nel giudizio sui sistemi di sicurezza, ovvero 50% su 100 e tanto meno nella protezione dei pedoni e/o ciclisti che si chiude con un punteggio di 52%. Leggermente più alto il voto della protezione dei bambini pari a 84%.

In Italia, dove i primi venti esemplari della serie limitata Sakigake sono andati a ruba online in 40 ore, sarà proposto in un solo allestimento con tutto di serie. Si chiama Top, ed è offerto a 22.500 euro con garanzia di 3 anni o 100.000 chilometri e la possibilità di usufruire di controlli gratis per 3 anni.

A richiesta si potranno avere il cambio automatico (1.500 euro) oppure la doppia tinta (400 euro). Di serie ci sono il Cruise Control, l’Hill Descent Control, 6 airbag e funzioni cui Suzuki Italia ha assegnato nomi intuitivi: Attentofrena, Restasveglio, Guidadritto, Nontiabbaglio e, per la prima volta, Occhioallimite, il sistema che legge i segnali stradali.

Suzuki Italia parla di un obiettivo di vendita, per il 2019, di oltre 5.000 unità; e facendosi forza sui oltre 2,85 milioni di esemplari consegnati in più di 194 paesi di sicuro saprà raggiungere il risultato.