monaco

Nel bel mezzo della confusione sulla prossima classificazione colorata di distretti sanitari, regioni, macro-aree e nazioni, tutti aspettano con ansia l’appiattimento della curva del contagio, preludio alla tanto auspicata inversione di tendenza.

Tra chi anticipa con sommo gaudio il passaggio in zona gialla per poi rimangiarselo senza neppure chiedere scusa, o chi ipotizza tre settimane di lockdown per tutta Italia così da farci saltare la seconda Santa Pasqua consecutiva dove a rompersi non saranno le uova e a volare non saranno le colombe ma la rabbia e disperazione del popolo affamato, l’emergenza sanitaria compie un anno di (non) vita.

Penalizzati solo per essere vicini di casa della Costa Azzurra, gli abitanti del ponente provinciale si sono trovati addosso la maglia di peggior zona d’Italia proprio nelle due settimane precedenti il Festival e la causa, secondo molti, era dovuta al continuo andirivieni di pendolari frontalieri quasi tutti impiegati a Monaco.

Il Principato che ha avuto i suoi momenti bui con accuse di eccesso di libertà sta gestendo a modo suo la pandemia e sembra che i risultati gli stiano dando ragione. Sono i dati dell’ultima settimana a confermarlo: dal 27 di febbraio a ieri il saldo tra nuovi positivi e guariti è sempre stato a favore dei secondi tranne due pareggi. Tendenza confermata anche ieri con cinque nuovi casi e 15 guarigioni, come nei giorni prima compreso il risultato eclatante di venerdì con 12 contagi e 40 guarigioni.

A Monaco sono 2.028 i casi registrati in questo anno terribile con 1.850 guariti. Nell’ospedale Princesse Grace ieri erano ricoverate quaranta persone undici delle quali in terapia intensiva, mentre i casi seguiti dal domicilio sono scesi a 58.

Di conseguenza migliora il tasso di positività che è al 4,48% e scende di molto anche il tasso di incidenza (quello che stabilisce quanti malati ci sono ogni 100mila abitanti) passato da 226,32 della scorsa settimana a 176,32 di questa in corso.