raccolta alimentare

Il direttore della Caritas Intemelia, Christian Papini riporta di seguito le attività svolte nel quadro dell’emergenza Covid.

“Il periodo di lockdown appena terminato ha messo a dura prova il tessuto sociale del territorio Ventimigliese. Molte persone che non avevamo mai visto o che da lunga data non vedevamo si sono presentati presso i nostri sportelli, attivi anche in quel periodo. Persone che sino a prima erano in grado di essere autonomi economicamente. Ristorazione, badanti, edilizia, partite iva ecc. Abbiamo attivato in tutto 436 schede dell’Emporio Solidale (in media, considerato che una scheda si riferisce ad un nucleo familiare, parliamo di circa 1100 persone) sono state erogate 1378 spese all’11/5.

Ciò che ci ha più colpito è la vergogna che molti occhi si portavano dentro. Durante i colloqui si è cercato di dare un minimo di sostegno umano, per cercare di lenire il peso di una Vulnerabilità indotta. Anche se con mascherina e distanziamento abbiamo cercato di creare vicinanza e mantenere quel concetto di “Nicchia Relazionale” che contraddistingue il nostro Agire.

Grazie alle donazioni ricevute, sia da singole persone, che da associazioni: Ponente Solidale, AVO, Azione Cattolica e al Fondo di Solidarietà promosso da Associazioni quali Spes, Scuola di Pace, FIDAPA – BPW, Auser, OdV Caritas Intemelia, Ass. Naz. Alpini, Lions e con il Patrocinio del Comune di Ventimiglia, Fondi CEI 8/1000 e a progetti ad hoc portati avanti da noi, siamo riusciti ad erogare circa trentamila euro per cercare di compensare la problematica economica del nostro territorio attraverso azioni tampone (pagamento affitti-utenze-buoni alimentari ecc..). Tutto ciò è stato fatto in collaborazione stretta con i Servizi Sociali del Distretto Socio Sanitario. Non da meno sono state tutte le Spese Sospese attivate dai vari Supermercati.

Ci preme sottolineare che dal nostro osservatorio emerge chiaramente che le problematiche economiche dei nostri concittadini non sono sparite con la riapertura degli spostamenti, soprattutto in una zona di frontiera come la nostra che in larga misura dipende dall’afflusso dei “cugini” francesi. Pensiamo che l’unico modo per far fronte a questa crisi senza precedenti, che si protrarrà nel tempo, sia il lavoro di Rete tra Terzo Settore e Pubblico nell’ottica di un Welfare Mix. Senza considerare che all’apertura delle frontiere molte persone bloccate nella Rotta Balcanica, arriveranno a Ventimiglia e si sommeranno ad altri migranti in transito che iniziano già ad arrivare.

Dobbiamo essere in grado di creare buone prassi per dare risposte concrete e non vincolate ad una iperburocratizzazione che oggi più che mai risulta essere un freno ad azioni in grado di sintetizzare efficacia ed efficienza.

Come sempre ci preme sottolineare l’impegno di tutti i Nostri volontari, e del mondo del Volontariato in generale sempre pronto a dare risposte silenziose e concrete e grazie a questo riusciamo a continuare nell’intento di rendere ‘la fragilità meno fragile'”.