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Aiuti reali e immediati: è quanto chiedono gli agricoltori del ponente ligure, alle prese con il problema, sempre più attuale e preoccupante, della massiccia presenza di cinghiali sul nostro territorio. A poco servono le reti installate lungo il perimetro dei terreni per tentare di arginare quello che ormai è diventato un vero e proprio flagello per le imprese agricole, in particolare quelle vitivinicole. L’esponenziale incremento demografico degli ungulati, come spiegano i produttori locali, sta causando danni irreparabili alle campagne, specialmente nelle vigne, dove gli animali in cerca di acqua e cibo distruggono uva, recinzioni e muretti a secco.

“È una situazione molto difficile che ormai si protrae da anni – spiega ai nostri microfoni Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria. – Come associazione pochi mesi fa abbiamo fatto una raccolta firme, più di 6.000, per chiedere la modifica della legge regionale che potesse permettere un contenimento di questi animali e soprattutto dare il pagamento totale dei danni che subiscono le nostre imprese. Ho avuto moltissime segnalazioni da parte soprattutto di viticoltori che hanno le reti divelte dai cinghiali, che entrano nei vigneti a mangiare l’uva. Abbiamo quintali di uva distrutti da parte dei cinghiali”.

Per cercare di intervenire con azioni concrete, la sezione provinciale della Cia ha quindi intentato una causa contro Regione Liguria: “Sì – spiega Roggerone – la sede provinciale di Cia Imperia ha intentato questa causa, le responsabilità non sono soltanto della Regione ma anche dello Stato, quindi dobbiamo pretendere che i danni provocati dalla fauna selvatica vengano risarciti dallo Stato. Andrà a peggiorare sicuramente se non interveniamo. Pensiamo soltanto al fatto che la zona rossa, dove abbiamo avuto i casi di peste suina, se noi non andremo ad abbattere questi animali, quello sarà un allevamento di nuovi animali per il prossimo anno perché quest’anno abbiamo abbattuto molti meno capi. Questi non sono i cinghiali che erano presenti in questo territorio 50 anni fa, sono una razza diversa che figlia molto di più, quindi se non è contenuta in un anno può raddoppiare, triplicare la quantità di animali che ci sono sul territorio”.