“Il nostro partito è Imperia, tutto il resto viene dopo”, esordisce Claudio Scajola, dopo aver richiamato un’attenzione che è giĂ sua, all’inaugurazione del primo point elettorale a Oneglia.
Il suo ingresso è teatrale: tutti i volti si girano al suo arrivo. C’è chi lo cerca per una stretta di mano, chi vuole scambiare due parole e chi, essendo un suo collaboratore, si avvicina per un semplice saluto. Immancabile, la moglie, che durante le classiche foto di rito si sposta delicatamente dicendo: “Il protagonista è lui, io gli sono solo accanto”.
Due bagni di folla lo hanno accolto e applaudito, pronti ad ascoltare un programma che è proseguimento del precedente. “Grazie perchĂ© la partecipazione è come una partita di calcio, se la giochi con un pubblico o con uno stadio vuoto fa differenza; vedere volti sorridenti e positivi aiuta a lavorare al meglio”, aveva detto Scajola ai molti presenti in piazza Bianchi.
“Non mi sento un uomo solo e chi mi conosce sa che io mi confronto continuamente, ma quando ci si confronta poi si decide”, ribatte con il tono di chi è convinto di quello che sta dicendo a coloro che piĂą volte lo hanno definito così.
Lo stesso sindaco, in posa davanti al manifesto, pronto a iniziare il suo discorso, esordisce con fare teatrale: “Pensavo di aver qualcuno dietro di me, ma in realtĂ dietro di me ci sono sempre io”, dice indicando il suo volto stampato. Una battuta che non nasconde la realtĂ .
Il sindaco in corsa per il secondo mandato ha tanti sostenitori ma non vuole vincere la partita di misura. Lui gioca per stravincere e ripartire subito dai vecchi progetti. Riprende, quindi, il paragone calcistico dell’inaugurazione a Oneglia, ma nell’altra metĂ di Imperia preferisce ‘volare piĂą in alto’: passa alla scalata.
“Vogliamo andare sull’Everest, arrivarci per primi distaccando tutti gli altri”. L’obiettivo è passare al primo turno, senza perdere altro tempo ed ottenere un ampio consenso in consiglio comunale. Tre liste e novantasei candidati compongono la nutrita scuderia, sempre pronta all’applauso finale.
Così si chiude il prologo alla campagna elettorale; su il sipario con il protagonista che cammina a passo lento tra i suoi sostenitori, stretta di mano dopo stretta di mano.