“Il decreto è stato firmato pochi minuti fa e sarà vigente dal 6 marzo al 6 aprile”. Inizia con queste parole del ministro Roberto Speranza la conferenza stampa di presentazione del primo dpcm dell’era Draghi.

Ad accompagnare il numero uno della Sanità italiana, non il premier, ma la collega Mariastella Gelmini, ministro agli Affari regionali, e i membri del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli.

“Il principio guida è quello della tutela della salute come faro essenziale – prosegue Speranza. La vittoria della battaglia sanitaria è la prima mattonella per una ripartenza del Paese. La curva dei contagi dà segnali piuttosto robusti di ripresa e facciamo i conti con la presenza di alcune varianti temibili del virus, come l’inglese, ma anche la brasiliana e la sudafricana. Il decreto prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali vigenti. Nel dettaglio viene confermato il modello per aree che corrispondono a colori costruiti sulla base del quadro epidemiologico di ciascun territorio.

L’innovazione più rilevante riguarda le scuole – aggiunge il ministro. La variante inglese ci ha portato a determinare una scelta: in area rossa le scuole di ogni ordine e grado saranno con didattica a distanza così come nei territori con il tasso d’incidenza in sette giorni, pari o superiore a 250. Le misure che abbiamo disposto ci possono mettere nelle condizioni di governare questa curva del contagio”.

“Abbiamo fortemente voluto un cambio di passo nei tempi e nel metodo – esordisce Gelmini. Non è un decreto last minute, la bozza è pronta da venerdì. Abbiamo accolto la richiesta di far scattare gli eventuali cambi di colore non dal weekend, ma dal lunedì. Abbiamo inoltre assunto la proposta di un tavolo tecnico per poter valutare i 21 parametri. Dal 27 marzo sarà possibile, a fronte di una prenotazione online, tornare a frequentare i luoghi della cultura. Non possiamo annunciare l’apertura delle attività economiche, perché siamo ancora in un regime di restrizione a causa del virus”.

Nulla di fatto invece per bar e ristoranti che rimaranno chiusi in zona arancione e rossa e aperti, solo fino alle 18, in gialla.