anziana

Immaginatevi questa scena: “Scusate – chiede, parola più parola meno, l’ispettore a medici, infermieri, responsabili della struttura – ho visto le camere, la cucina. il bagno, ma il defibrillatore dov’è? Se a qualcuno degli ospiti viene un infarto?” La risposta? Eccola, scritta a verbale: “Il defibrillatore non c’è all’interno della casa di riposo, ma è disponibile quello situato nella Piazza del paese”. Brividi! Non si tratta di una gag di un film di Woody Allen, ma della tragica realtà che si apprende leggendo il “Verbale Ispettivo N.3 – 11 maggio – 2021 – ore 9,20,  Commissione di Vigilanza – Asl Vco – Omegna”. Lungo 11 pagine. Dentro è zeppo di altre sorprese o meglio, letteralmente, di “prescrizioni da ottemperare urgentemente”.

Qualcuno si domanderà se sono impazzito, no, non lo sono. Semplicemente dovere di giornalista, dovere di cronaca. Punto. Per informare che la società che gestisce quella Rsa, con circa 20 posti letto più 20, è apparentata, ha radici My Home-Cooperativa Excellence. Gruppo privato che dal 1 settembre scorso è diventato proprietario di Casa Serena. Casa protetta per anziani di Sanremo, costruita 50 anni fa, per lungo tempo orgoglio e fiore all’occhiello della città. Purtroppo poi ha cominciato a precipitare nel limbo. Roba da manicomio. Attenzione però, se qualcuno ha pensato, confuso, creduto che la città del festival sia Hollywood o Cinecittà si è sbagliato di grosso.

Casa Serena da poco meno di un mese sta vivendo un dramma, una situazione dolorosa. È stata ed è teatro e testimone di fatti, comportamenti gravissimi che colpiscono, in primis, i 90 ospiti. Persone fragili, che hanno soprattutto bisogno di tranquillità, assistenza, sicurezza. Hanno gettato nell’angoscia i loro parenti che senza dubbio, ogni notte non fanno sonni tranquilli. Qualcuno sicuramente ha commesso errori. Troppa superficialità, troppa fretta di passare la mano. Liberarsi di una struttura che nessuno sapeva governare nel modo giusto? È possibile. Lo diranno alla fine le indagini in corso. La soluzione trovata a Palazzo Bellevue, firmata dal sindaco Alberto Biancheri, con l’avvallo della maggioranza, che ora si sta trasformando nel desiderio (se possibile) di revocare tutto potrebbe riservare sorprese. Sanremo però, se arriva la trasparenza, ha gli anticorpi per difendersi e vincere. I sindacati Cgil, Uil, Cisl sono da tempo sulle barricate. “Questo contratto – ha riassunto con una frase Milena Speranza, coraggiosa, combattiva leader della Uil anche a nome della Triplice – deve essere stracciato il più presto possibile. Quello che è accaduto e sta accadendo è pazzia completa”.

Tra le sorprese, o meglio le assurdità scoperte all’ultima ora, il CONTRATTO. 1) Tra Comune-My Home non sarebbe ancora stato firmato. Il rogito non esisterebbe. Però, e qui casca l’asino: il presidente manager di My Home, Rosario Maniscalco, avrebbe in mano “l’immissione in possesso” dell’intera struttura. Per semplificare è il padrone anche se non ha il contratto. Potrebbe, ma sono certo non accadrà, anche non rispettare i patti, non pagare ogni mese quanto concordato. 2) Dalle carte, dai fogli degli orari si apprende che un dipendente per un mese avrebbe lavorato 16 ore al giorno. Massacrante. Con questo ritmo in tre soli giorni avrebbe fatto le ore di una settimana. Avrebbe goduto solo di un giorno di riposo. 3) In carenza preoccupante di organico sono arrivati, pare da Tunisi, 3 infermieri. Bene? Pare di no perché questi infermieri non parlerebbero italiano. Visto che in servizio, soprattutto di notte, non opererebbero neppure insieme ad un infermiere made in Italy, ma in solitario. In caso un ospite si sentisse male, o dovesse osservare una terapia, assumere medicine, come riuscirebbe a farsi capire dal tunisino? E lo straniero come potrà aiutare, nel modo e nel tempo dovuto, gli sfortunati vecchietti in difficoltà? 4) In un ordine del giorno si vede che infermieri ed altri collaboratori assunti da poco hanno cognomi stranieri. “Perché – ha denunciato l’avvocato Ventimiglia, consigliere della Lega, non si è assunto neppure un italiano? Magari uno tra quelli appena licenziati da My Home e senza paga da circa un mese?”