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Mancano ormai due settimane all’inizio dell’anno scolastico 2021/2022, il terzo segnato dall’emergenza coronavirus. Per gli studenti della provincia di Imperia la campanella suonerà mercoledì 15 settembre e le lezioni partiranno al 100% in presenza. Resta da capire se permarrà l’obbligo della mascherina (il CTS si esprimerà in questi giorni), mentre sono confermate le altre misure di prevenzione, quali aerazione e sanificazione dei locali, igienizzazione delle mani, ingressi e uscite scaglionati. Niente green pass per gli studenti – nonostante sia obbligatorio dai 12 anni in su per altre attività – richiesto invece a docenti e personale scolastico, pena sanzioni e la sospensione dal servizio.

In vista della riapertura della scuola abbiamo intervistato Yannick Renzetti, presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Imperia.

“Gli studenti sono pronti, la scuola no – dichiara. – Si è visto come il Ministero non abbia fatto nulla per garantire un rientro in sicurezza, ed è inaccettabile svolgere un rientro nelle stesse condizioni dell’anno scorso. Non si è fatto niente per quanto riguarda i trasporti, essenziali nella nostra provincia; si è fatto poco per l’infrastruttura scolastica, perché le classi pollaio ci sono ancora e il contagio passa anche e soprattutto all’interno le scuole; si è fatto poco anche per cercare di garantire il diritto allo studio stesso: è inaccettabile fare un altro anno di didattica a distanza, si va a massacrare anche il ruolo di socialità della scuola.

La scuola viene sempre considerata un qualcosa di serie B e purtroppo se ne parla solo quando succedono delle tragedie o quando si vede un manipolo di studenti scendere in piazza per richiedere una scuola migliore. Se ne parla fin troppo poco, eppure la scuola ha un ruolo di centralità all’interno della nostra democrazia: se non si investe nell’istruzione si rischia di far morire la nostra stessa democrazia”.

Sul rischio di un possibile ritorno alla didattica a distanza, aggiunge: “Tornarci perché non si è fatto abbastanza e non si è investito abbastanza nelle scuole non è una cosa corretta, bisognerebbe riportare la scuola al centro del dibattito pubblico, al centro delle priorità del Governo”.