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Nei giorni scorsi, a Ventimiglia, nella frazione Bevera, personale della Polizia di Stato interveniva a sedare un violento litigio tra due stranieri.

Giunti sul posto, i poliziotti trovavano la vittima, un 23enne iracheno, a terra mentre l’avversario, un cittadino libico, lo percuoteva con un’asta metallica.

Quest’ultimo, in stato di ebbrezza, invece di desistere dalla sua azione alla vista degli agenti, si ribellava, cercando di opporre resistenza agli operatori che riuscivano a sottrargli la barra in alluminio, lunga ben 82 centimetri, che veniva sequestrata.

La vittima, giovane e fisicamente esile, mostrava sanguinamento al capo e un forte dolore al braccio; trasportato al nosocomio, veniva dimesso con una prognosi di 30 giorni.

L’aggressore veniva tratto in arresto e il giudice, convalidata la misura, lo condannava alla pena, sospesa, di mesi 8 di reclusione. Al vaglio dell’Ufficio Immigrazione la posizione dello straniero sul territorio italiano.

Ieri sera, nell’ambito dei controlli capillari nella città di confine, un cittadino tunisino veniva fermato da una pattuglia della Polizia di Stato.

Vano il suo tentativo di celarsi dietro falsi alias dato che gli accertamenti dattiloscopici svelavano la sua vera identità. Gli agenti, infatti, appuravano che l’uomo, 29 anni, era stato espulso dall’Italia e accompagnato nel suo paese d’origine lo scorso febbraio, con il divieto di rientro sul territorio nazionale per i successivi cinque anni. Come previsto dalla Legge, nelle ipotesi di reingresso illegale prima della scadenza dei termini, l’arresto è obbligatorio ed è stato immediatamente eseguito dagli Agenti. Stamane, all’esito del giudizio per direttissima presso il Tribunale di Imperia, il giudice ha condannato lo straniero alla pena di mesi 5 di reclusione.