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“Io sono a fine mandato, non so se mi prenderò più la rogna di riaprire questa strada”. È un Giacomo Chiappori amareggiato quello che, a due giorni dall’ennesimo crollo questa volta lato mare, commenta lo stato dell’Incompiuta.

Un cedimento importante che ha fatto crollare parte del muraglione e che ha lasciato penzolanti fili elettrici e tubi dell’acquedotto. Un ulteriore problema per un collegamento già profondamente martoriato, tanto bello quanto fragile, soggetto a frane dal capo Berta e ora a serio rischio anche verso mare.

“Ogni volta che piove noi abbiamo lo stesso problema – dice Chiappori. Per nove anni mi sono preso la responsabilità di tenere aperta quella che è una zona rossa. Ultimamente con questi eventi meteorologici si evidenzia che il movimento franoso a monte è effettivamente consistente e che comincia a esserci il problema del muraglione a mare. Dal 2013 avevo pensato a una scogliera a mare, ma non si è potuta fare. Risultato è che è venuto giù un pezzo di muraglione lasciando appesi i sottoservizi”.

Il sindaco ha poi voluto ricordare la relazione mandata ad Anas, Ministero dell’Ambiente e Regione: “Ho scritto, cinque sei mesi fa, che occorre una galleria a giorno per togliere il problema da sopra e puntellare capo Berta, ma c’è la zona Sic perché le cinciallegre devono venire qui a nidificare. Queste sono quelle stupidaggini che non finiscono più. Questa relazione è accompagnata da un preventivo di massima da 18 milioni. Il problema bisogna risolverlo. Io sotto mio mandato non so se mi prenderò più la rogna, serve una pietra da un kg per rompersi la testa, non massi enormi”.

Conclusione dedicata ai lavori da svolgere nell’immediato: “In questo momento bisogna palificare e riempire il muraglione perché un pericolo di ulteriore frana c’è. Se dovessimo poter riaprire chiuderemo nei giorni di pioggia e in quelli immediatamente successivi”.