Dallâincremento ingiustificato fino a sette volte dei costi demanio marittimo fino allâannosa questione dei rinnovi concessioni, dove pesa la mancanza, a livello centrale, di una direttiva univoca: ecco i temi dellâincontro che si Ăš svolto tra Coldiretti Liguria e gli assessorati regionali alla Pesca e al Demanio, per focalizzare lâattenzione sulla situazione insostenibile che devono fronteggiare le imprese ittiche del territorio, in un anno in cui la pandemia, ha lasciato giĂ il segno in termini economici ed occupazionali, con perdite di fatturato medie del 25% (con punte anche del 55%).
Lâaumento dei canoni demaniali Ăš stato sancito con lâentrata in vigore, il primo gennaio scorso, dellâart.100 del Decreto âAgostoâ (âConcessioni del demanio marittimo, fluviale e lacualeâ), nel quale sono stati modificati i criteri di calcolo del canone relativo alle concessioni, coinvolgendo diverse categorie tra cui appunto i pescatori. Ad oggi, qualunque sia lâutilizzo delle aree interessate, lâimporto annuo del canone delle concessioni del demanio marittimo, lacuale e fluviale, non potrĂ essere inferiore a 2.500 euro. Allo stesso modo la proroga automatica senza gara delle concessioni demaniali Ăš una questione tuttâoggi aperta per la quale, come Liguria, si attende dal Governo una circolare della Legge 145/2018, per chiarire la corretta applicazione della stessa e per dare la possibilitĂ di estendere le concessioni fino al 2033.
âPer le attivitĂ di pesca e acquacoltura, – afferma Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Liguria – il demanio non rappresenta un âluogoâ di reddito, come puĂČ essere, ad esempio, la spiaggia per gli stabilimenti di balneazione, ma solo un ricovero attrezzature o ancoraggio imbarcazioni, quindi, in sostanza, un mezzo allâattivitĂ dâimpresa. Ă necessario che si tenga in considerazione in primis questo aspetto, quando si equiparano a tutti i soggetti costi e concessioni. Alcune Cooperative di pescatori hanno pochi metri quadri di concessione e passare a cifre astronomiche rischia di compromettere la sopravvivenza dellâimpresa stessa e di affossare un settore giĂ in crisi a causa della pandemia e dove oltretutto gravano limitazioni europee che condizionano negativamente lâeconomia delle imprese. Ringraziamo per lâascolto e il lavoro giĂ messo in campo, lâAssessore regionale Agricoltura e Pesca Alessandro Piana e l’Assessore regionale al Demanio Marco Scajola, e lâimpegno che hanno assunto per farsi da portavoce con il Governo centrale delle nostre istanze. Serve che tutti prendano coscienza della situazione e che si stabilisca, a livello nazionale, una tassazione equa e proporzionale, e che per i rinnovi venga data una direttiva univoca da seguire.
âĂ necessario sostenere i nostri pescatori in tutti i modi, partendo appunto dal non subissare queste attivitĂ produttive con ingiustificati oneri e ulteriori limitazioni – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa. – Purtroppo la pesca e lâacquacoltura, stanno attraversando un periodo di grande crisi: con i lockdown, lâintera filiera ha dovuto fare i conti con perdite legate alla forte riduzione della domanda nei canali della distribuzione tradizionale (mercati rionali, pescherie), e con la chiusura del canale Ho.re.ca, da sempre uno dei principali acquirenti del prodotto locale. Servono misure che sostengano lavoro e reddito, e non aggravi di costi vivi di gestione che rischiano solo di minare la sopravvivenza delle realtĂ piĂč piccole e aprire ancora di piĂč allâarrivo di pesce straniero sulle nostre tavole, pesce che non ha nulla a che vedere con la qualitĂ e freschezza di quello del nostro mare. A livello nazionale con una flotta che ha ormai unâetĂ media che si avvicina a 40 anni ed addetti intorno ai 51, a fronte poi di una mancanza di supporti comunitari alla flotta e con il rischio costante che aumentino i costi di gestione, Ăš difficilissimo sperare in un rilancio di questo pilastro dellâeconomia ligure. Ă fondamentale che ad ogni livello si prenda coscienza della situazione in cui siamo e si supportino il piĂč possibile le nostre imprese, e con esse lâeconomia e lâoccupazione territorialeâ.