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Da ormai otto mesi Sergio Tommasini, ex candidato sindaco di Sanremo e coordinatore cittadino di Liguria Popolare, vive e lavora in Africa. Con lui abbiamo fatto una ‘chiacchierata’ a tutto tondo dall’esperienza lavorativa al presente e futuro della città dei fiori.

“Attualmente ricopro il ruolo di amministratore di una società che ha uno stabilimento produttivo ad Abidjan in Costa d’Avorio – esordisce. Il covid è presente in Africa però loro sono meno cagionevoli. Quindi ci sono i casi, ma la situazione è diversa e meno virulenta di come l’abbiamo vissuta in Europa”.

Passando a Sanremo sta seguendo l’attività amministrativa e come la vede?

“Devo dire che anche durante questa esperienza mi sono sentito molto con il sindaco Biancheri per dare un contributo – dice Tommasini. Sicuramente è un momento difficile per tutti i comuni, ed è complesso prendere delle decisioni.

Ci sono comunque tante pratiche sulle quali si sta concentrando l’amministrazione tra cui quella relativa a Rivieracqua. Ritengo che spendere e non avere un prezzo equilibrato sulla provincia di Imperia sia sbagliato. Se si salvasse la società pubblica sarebbe per me una vittoria, spero che Sanremo sollevi veramente la testa soprattutto nella vicenda di Amat.

Abbiamo poi il palazzetto dello sport. Sono sempre stato abbastanza contrario, non spenderei quei soldi. In città servono palestre di prossimità e non una cattedrale come il palazzetto. Bene il progetto su piazza Eroi e speriamo che il porto vada avanti”.

Inevitabile poi parlare di Festival: “Questo è un grande tema – sottolinea. A Sanremo vedo il malessere, non arriva la cassa integrazione, non arrivano i ristori. Il Festival dovrebbe essere un momento di cui gode tutta la città, come farlo in sicurezza sarà un grande tema. Non so se si riusciranno a collimare le esigenze della Rai con quelle della città”.

Conclusione dedicata alla scuola ancora in attesa di tornare a tempo pieno: “La scuola è fondamentale. La didattica a distanza può essere un palliativo, tornare in sicurezza in presenza per me è indispensabile. Il Governo non ha fatto abbastanza sui trasporti pubblici, avrei ingaggiato tutti quelli privati rimasti senza lavoro. Il danno sociale che stiamo facendo con la dad secondo me rimarrà marcato in alcune fasce di età che la fanno oggi”.