Mascherine, distanziamento, banchi monoposto, quarantena, misurazione della febbre casalinga, trasporto pubblico, assunzioni, edilizia, digitalizzazione. Sono questi i temi toccati dal premier Giuseppe Conte che, accompagnato dai ministri Azzolina, De Micheli e Speranza, ha tracciato il punto della situazione a cinque giorni dalla ripartenza scolastica fissata per lunedì 14 settembre.

L’emergenza coronavirus è ancora, purtroppo, realtà ma nonostante questo è intenzione del Governo ripartire: “… con fiducia e voglia di migliorare”.

“Abbiamo lavorato intensamente in vista della riapertura delle scuole – spiega Conte. Quest’anno avverrà questo ritorno in un contesto nuovo e anche non facile. Un contesto che sfiderà tutto il sistema Italia in ragione della pandemia che è ancora in corso. Grazie però al lavoro che abbiamo fatto, l’anno scolastico ricomincerà e lo farà regolarmente a partire dal 14 settembre. Ci sarà qualche nuova regola rispetto a quelle consuete e sono regole che intendiamo illustrarvi. Un rientro in piena sicurezza dei nostri ragazzi è stato, è e sarà uno degli obiettivi prioritari di questo Governo.

Ben 53 paesi si sono confrontati con l’Oms per il rientro a scuola e hanno voluto ascoltare primariamente la voce dell’Italia. Il covid complicherà ulteriormente una delle macchine già più complesse del nostro Paese, dobbiamo conciliare sicurezza ed efficienza. Questo comporterà uno sforzo ulteriore da parte di tutti.

Mettiamo già in conto che ci saranno anche nuovi contagi a scuola. Abbiamo però predisposto linee guida per affrontare queste difficoltà. Difficoltà che hanno già avuto paesi come la Germania, la Francia, gli Stati Uniti. È uno scenario inevitabile che dobbiamo predisporci ad affrontare senza lasciarci sopraffare dalle preoccupazioni.

Abbiamo fatto il massimo per dare il meglio ai ragazzi e anche per regalare alla scuola un nuovo inizio – prosegue il premier. La scuola ricomincia con più spazi, più docenti e meno alunni in classe grazie a un investimento pari a 7 miliardi da gennaio a oggi“.

Da qui in avanti Conte si è soffermato sulle vere e proprie linee guida partendo dall’orario d’ingresso in classe: “…potrà essere scaglionato per evitare affollamenti. Saranno i singoli dirigenti scolastici a decidere su questo in base anche alle esigenze del trasporto pubblico.

Tutte le scuole hanno già a disposizione quantitativi sufficienti per gestire i primi giorni per ciò che concerne gel disinfettanti e mascherine chirurgiche – continua. Abbiamo predisposto la consegna di 11 milioni di quest’ultime gratuite a tutto il personale scolastico e agli studenti. A scuola sarà consentito togliere la mascherina al banco a patto che ci sia il distanziamento minimo di un metro. La mascherina dovrà invece essere tenuta in entrata, in uscita e negli spostamenti. I bambini al di sotto dei sei anni non avranno l’obbligo di indossarla. Stiamo già fornendo alle scuole i banchi monoposto. In soli due mesi abbiamo già reperito 2 milioni e 400mila banchi nuovi a fronte dei soli 200mila che vengono prodotti annualmente in Italia. Completeremo il programma di consegne, che abbiamo già iniziato, entro la fine del mese di ottobre.

Abbiamo anche previsto che siano le famiglie a misurare la temperatura ai propri figli in modo da essere sicuri che la febbre non sia sopra i 37.5 gradi centigradi e che non ci siano sintomi collegabili al covid-19. Qualora uno studente dovesse essere sorpreso con sintomi covid a scuola andranno allora allertati i genitori che dovranno contattare pediatra o medico generale. In caso di esito positivo del tampone sarà sempre il dipartimento di prevenzione a decidere se adottare la quarantena per compagni di classe e docenti.

Sui mezzi di trasporto scolastico dovranno essere adottate tutte le misure con mascherine e riempimento fino al 80% in base a parametri precisi. Verrà posta poi una particolare attenzione agli studenti con fragilità ai quali verrà garantito un accesso prioritario ai test diagnostici”.

Conte ha poi spiegato come l’idea non sia quella di ritornare alla semplice normalità, ma di sfruttare un’evidente crisi come possibilità di rinascita e miglioramento dell’intero settore per gli anni a venire.

“Sulla scuola stiamo facendo quello che non si è mai fatto in tanti anni- dice il primo ministro. Penso ad esempio al piano assunzioni del personale docente che arriverà a mettere in ruolo 160mila nuovi docenti. Abbiamo inoltre predisposto altre 70mila assunzioni di docenti a tempo determinato e personale Ata per gestire questo periodo di emergenza. Abbiamo investito ben 2 miliardi nell’edilizia scolastica e abbiamo impresso una spinta per la digitalizzazione. Questo per la scuola può essere un nuovo inizio. Non dobbiamo accontentarci di tornare alla normalità, ma vogliamo cogliere questa crisi per valorizzare la scuola. Grazie al recovery fund possiamo investire anche in prospettiva, senza avere più classi pollaio ma moderne, digitalizzate e inclusive.

Concludo con un appello alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi. Voglio dire a loro grazie, perché so che sono stati loro a pagare il prezzo più pesante di questa emergenza. La scuola chiusa e la didattica a distanza sono stati un peso enorme per voi. La tecnologia non ha potuto compensare la vostra obbligatoria rinuncia. Delle difficoltà ci potranno essere, ma vi invito a rispettare le regole. Quest’anno ci sarà didattica in presenza con fiducia e tanta voglia di migliorare se stessi”.