intervista - amerio della pietra confindustria
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12:06

Se da un punto di vista sanitario la pandemia Covid-19 è senza ombra di dubbio uno dei momenti più difficili nella storia del nostro Paese, la crisi economica derivante non è sicuramente da meno.

Il 2020 è un anno partito con i migliori degli auspici, soprattutto per il nostro Ponente ligure. Il virus proveniente dalla Cina ha però stravolto le nostre vite. Gli ultimi mesi hanno rappresentato un momento complicato per l’imprenditoria e il lavoro.

Oggi facciamo il punto, a livello locale, con Barbara Amerio e Paolo Della Pietra, rispettivamente presidente e direttore di Confindustria Imperia.

“È un anno molto complesso. Ho iniziato la mia presidenza quando c’erano tutti i presupposti per un 2020 ricco e positivo. Il covid ha fermato tutto,” conferma Amerio.

“Confindustria è stata vicina alle imprese aiutando fin da subito a dotarsi dei dispositivi di sicurezza, ad attivare la cassa integrazione e a richiedere tutti i vari finanziamenti. In particolare abbiamo seguito l’attivazione di un aiuto alle imprese per l’export. Siamo riusciti a presentare il 73% di domande che porteranno circa 14 milioni di euro.”

Come confermato dal direttore Della Pietra, nell’intervista visibile integralmente a inizio articolo, ad andare bene quest’anno è stato quasi tutto il comparto agroalimentare. Non male il settore della nautica. Il retro della medaglia è invece il settore turistico dagli alberghi al commercio stesso.

Ma quali sono le prospettive per il 2021? Il Ponente si lascerà indietro qualche azienda?

“Alcune nostre aziende hanno attuato una riconversione. Qualcuna purtroppo chiuderà,” risponde Amerio. “Forse è ancora presto per dirlo, dovremo vedere a fine aiuti chi sarà riuscito a resistere. Difficile fare anche previsioni sulle perdite occupazionali essendo i licenziamenti ora bloccati, ma in previsione dovremo affrontare un 2021 che temiamo sarà pesante.”

Della Pietra conclude dichiarando: “È necessario che venga dato un occhio di riguardo alle aziende, soprattutto quelle piccole e familiari che rischiano di più. Ma dev’esserci un occhio di riguardo anche per i lavoratori. Oltre alla cassa integrazione mi auguro ci saranno delle politiche fiscali attive sul costo del lavoro in modo da incentivare le aziende ad assumere.”