giovanni toti

“Sinistra Italiana Imperia” commenta con una nota stampa l’operato del Governatore della Liguria Toti e le scelte sanitarie durante l’emergenza Coronavirus.

“In questi mesi di emergenza per il virus covid-19, una delle poche certezze emerse è l’importanza della strategia di contrasto all’epidemia dettata dall’Oms detta anche delle “tre T”.

Le “tre T” richiamano le fondamentali azioni di un’efficace strategia di contrasto al coronavirus, ovvero in inglese, Testing, Tracking e Treating, efficacemente traducibili nel rispetto delle iniziali in Testare, Tracciare e Trattare.

Abbiamo capito tutti infatti che, per arginare la pandemia, è fondamentale trovare chi ha contratto il virus con l’uso dei test sierologici e dei tamponi, tracciarne i contatti per interrompere le catene del contagio e poi trattare efficacemente i malati, con un articolato sistema sanitario territoriale. Tutte azioni che coinvolgono soprattutto le competenze e le attribuzioni delle regioni e sulle quali abbiamo misurato differenti livelli di efficienza.

Nel caso della regione Liguria si è però assistito ad un fenomeno particolare, in quanto la strategia delle “tre T” è stata soppiantata da quella delle “due T”, che non è una forma smagrita di quella originale, ma solo la strategia di comunicazione ToTi.

Una strategia che si basa su una narrazione distorta di quanto avviene nella nostra regione, ad uso e consumo della popolarità del presidente, efficace promoter di se stesso.

Per costruire la suo rassicurante e auto-assolutorio racconto della pandemia in Liguria, il presidente ToTi ha lavorato per smontare, una ad una, le “tre T”, dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con un’azione articolata.

Per il Testing, ToTi ha relegato la Liguria (seconda solo alla Lombardia nel rapporto contagiati/abitanti) al fondo della classifica delle regioni nel rapporto tra tamponi e abitanti, annunciando per settimane obiettivi di crescita del numero dei test poi mai raggiunti, per arrivare a dichiarare infine che, con il calo dei contagi, è inutile spendere soldi per effettuare tanti tamponi. Lo ha dichiarato proprio nei giorni in cui la nostra regione si è “giocata”, con la Lombardia, il record negativo della più alta percentuale di nuovi contagiati in rapporto ai tamponi effettuati. Peccato non sia stato altrettanto attento al contenimento della spesa sanitaria quando ha attrezzato l’inutile e costosissima nave per il ricovero dei contagiati, seconda solo, per sperpero di soldi pubblici, alla mega struttura inutilizzata della terapia intensiva alla fiera di Milano.

Per mettere a tappeto il Tracking (tracciamento), nelle settimane più pesanti della diffusione del virus non è stata adottata alcuna strategia nel tracciamento delle persone venute a contatto con soggetti positivi al covid, al punto che molti familiari conviventi di ammalati non sono mai stati sottoposti a tampone.

Si è poi pensato bene, da parte dell’assessore Viale, di mettere in discussione l’utilizzo dell’applicazione Immuni che invece, in una regione che si appresta ad accogliere un importante flusso turistico da altre zone ad alto rischio, sarebbe assai efficace per circoscrivere eventuali focolai su una popolazione molto eterogenea e mobile.

Curioso, che a fronte di tante proposte strampalate ed inattuabili sui passaporti di immunità, nessun presidente di regione a vocazione turistica abbia proposto misure per incentivare l’uso di uno strumento tecnologico importante per tracciare le catene del contagio.

Quanto al Treating (trattamento), ovvero l’organizzazione di un sistema sanitario in grado di fornire cure tempestive ed efficaci ai contagiati, grazie anche alla strategia di riorganizzazione sanitaria in salsa lombarda attuata dalla giunta ToTi, la sanità Ligure si è piazzata proprio alle spalle della Lombardia nel triste primato della maggiore incidenza tra i deceduti ed i contagiati.

Partendo da tale tragico dato, segnato non a caso da una debacle del sistema sanitario territoriale, con i medici di famiglia abbandonati a se stessi, senza direttive nè supporti (esattamente come avvenuto in Lombardia), ci si sarebbe attesa una reazione e un ripensamento dell’organizzazione della sanità ligure.

La strategia delle “due T” del presidente ToTi, si è invece limitata all’elaborazione di campagne di “trattamento” non dei malati, bensì dei dati su decessi e contagi per dimostrare che, “ponderando” i dati dei decessi con l’età media dei residenti e “depurandoli” da quelli drammatici delle case di riposo RSA, si potesse “assolvere” la gestione del sistema sanitario ligure dal giudizio che meritava. In questo modo, grazie alla strategia delle “due T”, la Liguria ha potuto risalire artificialmente le posizioni tra le classifiche delle regioni.

Quanto alla tragedia avvenuta nelle RSA, dove gli anziani ospiti in alcuni casi sono stati letteralmente decimati, invece di fornire assistenza e direttive utili a contenere il contagio, la giunta ToTi, sempre in sintonia col “modello lombardo”, ha tentato in modo pressante, fortunatamente senza riuscirvi, di far accogliere i degenti covid proprio nelle strutture delle RSA stesse.

Ultimo “intervento terapeutico” della giunta ToTi per accantonare la questione Treating, è stata l’entusiastica adesione alla teoria della presunta mutazione del virus ed alla sua “archiviazione clinica” dichiarata dal primario del San Raffaele di Milano (anche in questo frangente ricompare la “sindrome lombarda”), a cui sembra essere stata attribuita una valenza simile alla scoperta di un vaccino ridisegnando il calendario delle emergenze regionali.

Non si spiegherebbe, altrimenti, la spasmodica attenzione dedicata da ToTi alla data delle prossime elezioni regionali, per trasformarle, con la proposta del voto a luglio, in una mera formalità per garantirgli la riconferma alla carica di presidente, impedendo di fatto lo svolgimento di un adeguato confronto elettorale. Diversamente non si spiegherebbe nemmeno il suo impegno con cui ha emanato ordinanze di risibile utilità, nel tentativo di anticipare di qualche giorno, rispetto ai tempi fissati dal Governo, la riapertura delle attività economiche.

A fronte di tale solerzia, si contrappone invece un clamoroso ritardo nell’adozione di interventi in campo sanitario, situazione ben rappresentata dalla mancata riapertura dei CUP che paralizza l’attività diagnostica della regione.

A differenza di quanto ci racconta la strategia delle “due T”, in Liguria non è affatto vero che va tutto bene, a meno che non vi chiamiate ToTi”.