Con un comunicato stampa, Claudio Frascarelli dell’Asd Ginnastica Riviera dei Fiori, condivide una riflessione sul difficile momento che anche le società sportive stanno vivendo a causa dell’emergenza coronavirus:

In questo inaspettato e confuso periodo di emergenza sanitaria, le Associazioni Sportive si sentono, come spesso accade, abbastanza ‘abbandonate’. È chiaro che in questo momento certo non mancano i problemi, ma lo sport, (calcio di alto livello a parte di cui si parla anche troppo), meriterebbero più attenzione da parte di amministratori, politici ai vari livelli e da questi team di esperti che nascono di continuo dicendo tutto e il contrario di tutto.

Le società sportive del nostro territorio sono in continuo contatto e si sostengono ed incoraggiano tra loro, stanno vicine ai propri atleti con allenamenti on line, i tecnici si ‘inventano’ di tutto e di più per proseguire in qualche modo il percorso sportivo intrapreso negli anni. Ma se non si torna a frequentare le palestre al più presto i problemi diventeranno seri, e tante realtà sportive rischieranno un drastico ridimensionamento o addirittura la chiusura. Le attività che si svolgono sui campi del Polo Sportivo del mercato dei fiori sono inoltre preoccupate per l’intervento di messa in sicurezza del tetto che dovevano partire in questi giorni. Vista la situazione, far partire i lavori al più presto e terminarli, sarebbe un’ottimo aiuto e segno di speranza per i tanti utenti nel momento in cui si potesse ripartire. Parliamo di 5 società di volley, tre di basket, più ginnastica, pattinaggio ed altre interessate ad inserirsi, e le scuole superiori che stanno per arrivare.

Riguardo la ginnastica, la Asd Ginnastica Riviera dei Fiori ha sospeso gli allenamenti da 45 giorni, come da direttive nazionali, i nostri ginnasti si continuano ad allenare a casa, seguiti a distanza dai tecnici societari, senza forzature od obblighi particolari. La Federazione ha esteso la copertura assicurativa anche agli allenamenti di questo tipo, e fornito l’aiuto ‘formativo’ riguardo le nuove problematiche, anche psicologiche,  che la situazione ci sta riservando. Le famiglie nella maggior parte dei casi collaborano ed apprezzano gli sforzi e gli atleti cercano di adattarsi alla situazione, tutti aspettando una ripresa alla normalità, per quello che potrà considerarsi normale dopo questa terribile esperienza.

Ma è proprio la fase due che ci preoccupa. Si leggono proposte di ogni tipo, a tutti i livelli, e spesso ben lontane da quello che poi servirebbero alle associazioni della nostra tipologia. Più che sovvenzioni ed aiuti economici (che certo non farebbero male), ci servirebbero delle certezze sull’aspetto sanitario, nessuno vuole creare problemi alla comunità. Igienizzare gli ambienti (oltre ad avere i materiali adatti che spesso non sono reperibili sul mercato), richiede un intervento degli Enti proprietari delle strutture a livello pratico e di direttive verso gli utilizzatori, che spesso sono più società sullo stesso spazio. Anche riguardo le distanze di sicurezza ci sarebbe da studiare, perché non è ipotizzabile pensare che i nostri giovani e giovanissimi soci (3/10 anni), al rientro in palestra dopo mesi di ‘isolamento,’ non si buttino tutti sui tappetoni abbracciandosi, rotolandosi e comportarsi nella maniera più ‘naturale’ del mondo.

C’è poi il discorso tecnici, che hanno investito tanto della loro vita in questa passione diventata un lavoro, rinunciando a fare cose più redditizie per specializzarsi nelle attività sportive amatoriali, ludico-ricreative ma anche nell’agonistica di medio ed alto livello. La loro figura professionale, in Italia, non è regolarizzata e riconosciuta in maniera adeguata, e questo è apparso ancora più evidente in questo momento di decreti ministeriali. Le istituzioni non li ‘riconoscono’ per le figure importanti e preparate che sono, e certo le ASD in questo momento non possono tutelarli come vorrebbero e sicuramente meritano.

Un ultimo pensiero, il nostro ultimo Saggio di Natale aveva un tema, l’evoluzione dell’uomo sulla terra in simbiosi con la natura, chi avrebbe pensato di dover vivere solo dopo pochi mesi una simile situazione, e che per la prima volta dopo 33 anni la mia famiglia non mettesse piede in una palestra per 45 giorni consecutivi, senza poter vedere i nostri ginnasti. Andrà tutto bene, ma niente tornerà come prima.