Sul coronavirus il Made in Italy è costretto ogni giorno a combattere le fake news. Questa volta è toccato alle piante e ai fiori che partono dall’Italia e soprattutto dalla Liguria.
“Non ci risulta nessun caso concreto di limitazioni all’export dei nostri prodotti e chi lo denuncia rischia di ottenere esattamente il risultato contrario – spiega Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. La scienza, gli esperti, hanno precisato la non “trasmissibilitĂ ” del contagio attraverso altri metodi che non siano il contatto “umano”, escludendo ogni altra forma. Il resto sono “fake news”, non sappiamo se pilotate o meno, che portano al risultato di creare solo sospetto e confusione, rendendo piĂą difficile il lavoro di tutti. Serve denunciare eventuali singoli atteggiamenti speculativi, ma serve anche dare informazioni corrette e reali sulle situazioni legate al sistema degli scambi”.
Cia Liguria chiede che i casi speculativi vengano nel caso denunciati con nome e cognome. Perché sono tante le aziende che al contrario continuano a lavorare tranquillamente con i loro partner esteri.
“Compriamo piante in tutta Italia e grandi quantitĂ ad Albenga, soprattutto aromatiche e margherite – spiega Dieter Kicherer, Ceo di Ital Service, una delle principali societĂ di commercializzazione di piante e fiori per l’estero -. Lavoriamo per una grande azienda tedesca ai confini con l’Olanda che ritira in Italia tutti questi prodotti e li distribuisce a tutte le principali catene in Europa: le operazioni si stanno svolgendo in piena tranquillitĂ . Gli stranieri amano molto i nostri prodotti, non ha senso dare comunicazioni che mettono nel panico i nostri clienti”.
Cia Liguria conferma che non c’è alcun riscontro di blocchi delle esportazioni floricole per ragioni “sanitarie”, le frontiere sono regolarmente aperte.
“Abbiamo mercati che tirano (Francia-Germania) e altri meno floridi per la contrazione dei consumi, o per un prodotto (ad esempio la mimosa) che a causa della stagione, è arrivata troppo presto rispetto allo svilupparsi della domanda – conclude Aldo Aberto -. Serve responsabilitĂ da parte di tutti, serve rispetto per il lavoro delle aziende, serve una comunicazione trasparente e verificata, serve un’azione mirata e tempestiva su casi concreti di comportamenti illeciti o scorretti così come i recenti provvedimenti del Governo permettono. Allarmi generici sono solo un danno per le imprese e i consumatori”.