[beevideoplayersingle adstype=”video-ads” videourl=”https://vimeo.com/208316420″ videoadsurl=”https://vimeo.com/224092271″ adsurl=”https://www.sialpieve.com/”]Con l’assoluzione in secondo grado dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, si chiude una delle pagine nere giudiziarie della città di Imperia.

Al centro il porto turistico che, secondo i piani, doveva essere tra i più grandi e tra i più prestigiosi del mediterraneo: 263.000 m2 di superficie demaniale, 1.300 posti barca per yacht fino a 90 metri di lunghezza.

Un’opera faraonica che avrebbe dovuto sancire il rilancio della città a livello nazionale ed internazionale. Un’opera su cui cittadini, dagli amministratori ai commercianti, avevano sperato fino all’ultimo.

Ma qualcosa non è andato come avrebbe dovuto e gli ingranaggi si sono inceppati sotto una valanga di inchieste e vicende giudiziarie iniziate nel 2012 con l’arresto di Bellavista Caltagirone accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Secondo il pm l’imprenditore avrebbe gonfiato le spese fino a 140 milioni con l’intento di non concludere le opere e distribuire i guadagni della truffa ai clienti.

Dopo aver fatto 6 mesi di carcere e 3 mesi di domiciliari, il 7 novembre 2014, il tribunale di Torino lo assolse perché il “fatto non sussiste” con sentenza in primo grado.

Il pm schiese quindi l’appello, ma ieri è uscita la notizia che ha girato su tutti i media nazionali. Caltagirone non è colpevole, questa la sentenza del tribunale di Torino.

Cinque anni di indagini e processi senza giungere ad un risultato. Tutti i coinvolti sono stati assolti e intanto la città di Imperia ha visto arrivare fango da tutte le parti.

Con la sentenza di ieri, si è chiusa parte della vicenda, ma rimangono aperte ancora due importanti capitoli.

Il primo è il fallimento della Porto di Imperia Spa sul quale si esprimerà la cassazione in autunno. La società partecipata aveva in carica i lavori del porto ed era proprietà per un terzo di Acquamare, società del gruppo Caltagirone.

Il secondo capitolo riguarda la decadenza della concessione demaniale marittima, in capo sempre alla Porto di Imperia Spa, avvenuta il 18 dicembre 2014 e sulla quale si esprimerà il Consiglio di Stato a seguito del ricordo.

Da quando è stata dichiarata la decadenza il porto viene gestito in house dalla Go Imperia. Scelta che è stata più volte criticata.

Giunti a questo punto, qual è il futuro del porto? Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Imperia, Carlo Capacci.