casinò di sanremo

Da Garibaldi uomo di pace alla letteratura americana in Italia, dalla figura di Giovanni Paolo II alle riflessioni sul valore di libertà e democrazia, alla satira politica alla poesia, alla storia del Sacro Romano Impero, al ricordo di Calvino, alle riflessioni sui nuovi metodi educativi tanti spunti di riflessioni negli appuntamenti dei Martedì Letterari, salotto culturale del Casinò di Sanremo. Il 10 giugno, inoltre, si terrà la Cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria che assegnerà altri importanti Grandi Trofei.

Apre il ciclo della stagione primaverile dei Martedì Letterari suor Myriam Castelli, oggi 4 aprile ore 16.30 nel teatro del Casinò ricordando, nella Settimana Santa che conduce alla Pasqua, “Il santo Padre. Giovanni Paolo II Maestro e Testimone”. (Libreria Editrice Vaticana).

L’opera fa rivivere gli episodi, i gesti memorabili e i toccanti discorsi dell’indimenticabile Papa polacco. L’autrice, suor Myriam Castelli, appartenente alla Congregazione delle Figlie di San Paolo e stimata giornalista specializzata in comunicazione radio-televisiva, attingendo al vastissimo archivio della Rai, e alla sua diretta esperienza  è riuscita a trasmettere con uno stile semplice e scorrevole l’immensa ricchezza spirituale di Giovanni Paolo II.

Myriam Castelli, nata a Soave in provincia di Verona, è laureata in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, specializzata in teologia e in lingua e letteratura spagnola; è giornalista professionista e appartiene alla Congregazione delle Figlie di S. Paolo. Esperta nella comunicazione radiotelevisiva, da quindici anni è giornalista RAI; dal 2000 è autrice e conduttrice del programma televisivo “Cristianità” di RAI International. Per la RAI ha firmato alcuni programmi televisivi tra i quali “Viaggio nei luoghi del sacro”, “Il colore dei santi”, “Parola di Karol”. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: “Il Dio della gioia”, “Città del Vaticano 2006”, “Giovanni Paolo II. Il Papa che ha cambiato il mondo”, Fabiani. Santi per tutto l’anno 2003; “L’ultimo viaggio, Loreto 2007”; “Totus Tuus (DVD) Concerto in memoria di Giovanni Paolo II”, 2006.

Il 14 aprile ore 17.30 nel centenario calviniano la prof.ssa Manuela Ormea presenta “Il mondo che verrà. Incontri con l’altrove di Italo Calvino” (Lo studiolo).

Viaggio nel “corpus” dell’opera calviniana attraverso confronti e relazioni che mostrano come il grande scrittore sia stato capace di anticipare temi di grande attualità. Il saggio si sofferma sui “motivi” che ritornano nelle opere di Calvino: il Fantastico, l’esperienza partigiana, il rapporto con l’altro e così via.

Manuela Ormea è docente di Lettere. Ha vissuto ed operato a Torino, Losanna, Aten e Malta. Ha un figlio. È autrice del romanzo “Ci vorrà del tempo” (Manni 2005), di due sceneggiature originali “Guardami… esisto!” (2008) e “La moglie afghana” (2010), portate in scena dal Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare (Imperia), e di numerose recensioni letterarie. Con gli studenti della Compagnia dei 5 sensi (IIS Ruffini-Aicardi di Arma di Taggia) ha realizzato il reading teatrale “Mediterraneo sotto la lingua” (2010), viaggio tra letteratura, musica, immagini e cucina, tratto dalle opere di Jean-Claude Izzo. Ha collaborato con la rivista torinese “Interdependence” con recensioni letterarie. Collabora con la rivista trimestrale  “Marea” diretta da Monica Lanfranco.

Martedì 18 aprile, ore 16.30, la prof.ssa Maria Teresa Caprile presenta: “La poesia di Giorgio Caproni” (Giammaro). Partecipa il prof. Francesco De Nicola, che ha curato la prefazione.

Questa proposta di Maria Teresa Caprile di richiamarsi alle parole e quindi alle poesie di Giorgio Caproni è una sfida per dimostrare che chiunque e, perché no, anche uno studente italiano, attingendo dal suo ricco vocabolario, può avviare e arricchire la sua conoscenza della lingua italiana e, inoltre, della nostra cultura e società. Infatti, la produzione letteraria caproniana (anche quella non meno importante in prosa, che però non viene qui esaminata) riflette totalmente la realtà italiana dell’intero Novecento, a cominciare dai primi decenni del secolo, da lui trascorsi nella natia Livorno, agli anni centrali della sua formazione a Genova negli anni Trenta, sino alla seconda metà vissuta a Roma con uno sguardo attento e spesso dolente su un’evoluzione sempre meno confortante della società. E così Maria Teresa Caprile giunge alla conclusione che la conoscenza delle rime “chiare” ed “elementari” delle poesie di Giorgio Caproni, formate dal ricco e personale inventario delle sue parole qui puntualmente censite, può rappresentare un’ideale fonte di apprendimento della realtà italiana, non solo linguistica, del Novecento nei suoi molteplici momenti.

Maria Teresa Caprile. Genovese, è professore  di Letteratura e cultura italiana per stranieri e docente di lingua italiana per studenti non madrelingua presso l’Università di Genova, tiene lezioni all’Università di Granada e partecipa con relazioni e interventi a convegni internazionali di studi. Appassionata della letteratura del Novecento, ha curato con Francesco De Nicola l’edizione delle poesie di Riccardo Mannerini (Il viaggio e l’avventura, Genova, Liberodiscrivere, 2009), i cui testi hanno ispirato molte canzoni di Fabrizio De André, i volumi antologico-critici “Italia chiamò”. 150 anni di storia italiana nelle pagine degli scrittori liguri (Genova, De Ferrari, 2010), Gli scrittori italiani e il Risorgimento (Formia, Genomena, 2011) e Gli scrittori italiani e la Grande Guerra (ivi, 2014). Ha inoltre curato la ristampa di Carlo Pastorino, La prova della fame (Sestri Levante, Gammarò, 2016) e di Flavia Steno, Sissignora (Genova, De Ferrari, 2017). Nell’ambito dell’insegnamento dell’italiano a stranieri tiene corsi di formazione a docenti della scuola primaria e secondaria ed è autrice dei manuali Attraversiamo l’Italia! I nostri poeti per imparare l’italiano e amare l’Italia (Gussago, BS; Vannini, 2015) e In viaggio con i poeti. Dal paesaggio alla lingua e ritorno. Panorami e scrittori per imparare l’italiano (Sestri Levante, Gammarò, 2018).

Francesco de Nicola (Genova 1946) è professore di Letteratura Italiana Contemporanea nell’Università di Genova. Autore di numerosi volumi di critica letteraria, tra i quali Introduzione a Fenoglio (Bari-Roma, Laterza, 1989), Introduzione a Vittorini (ivi, 1993) e Neorealismo (Milano, Bibliografica, 1997), ha curato l’edizione di opere inedite o rare come Bandiera bianca a Cefalonia (Recco, Le Mani, 1996 poi Mondadori, 2001) di Marcello Venturi, Sull’Oceano (ivi, 2004) di De Amicis e recentemente Con Garibaldi alle porte di Roma (Sestri Levante, Gammarò, 2007) di A.G. Barrili. Autore anche di testi divulgativi, come Letteratura italiana contemporanea. Dall’unità nazionale all’era televisiva (Genova, De Ferrari, 2003), con Giuliano Manacorda ha pubblicato Tre generazioni di poeti italiani. Un’antologia del secondo Novecento (Caramanica, 2005). Dal 1974 è giornalista pubblicista e ha collaborato, tra gli altri, a “Il Secolo XIX” e “La Repubblica”. Dal 2001 è presidente del Comitato genovese della “Dante Alighieri”.

Venerdì 21 aprile ore 18.00 nel Teatro dell’Opera del Casinò Federico Palmaroli presenta: “Come dice Coso. Un anno di satira” (Rizzoli). Partecipa l’Avv. Silvia Troiani.

Come dice Coso. Un anno di satira.

Diario di viaggio dell’anno appena trascorso, compendio di battute folgoranti, manuale per capire la società contemporanea e per leggere tra le pieghe di una politica sempre più distante dalla gente… il nuovo libro di Federico Palmaroli è tutto questo, ma soprattutto è un libro che regala buonumore. Come dice coso riesce a farci ridere di fatti e personaggi che, in realtà, ci hanno anche fatto irritare nei mesi passati. L’abilità dell’autore non sta solo nella ricerca della battuta, sempre felice e penetrante, ma anche nella scelta della foto e della situazione su cui innestare l’efficacia della battuta. Chiunque abbia un profilo sui social o comunichi via chat, di certo avrà visto, almeno una volta nel corso dell’anno, una delle sue strepitose freddure visive, che ritrova in queste pagine, ordinate in senso cronologico, in un crescendo umoristico irrefrenabile. A dire la verità nel panorama politico italiano e internazionale di questi tempi, Palmaroli ha gioco facile nel cogliere tutte le contraddizioni, le scempiaggini, le bizzarrie di una politica sempre più lontana dalla realtà. Nei suoi “fotoromanzi” la voce della piazza irrompe nel palazzo e, ancora una volta, ci offre la sintesi definitiva di una situazione politica e sociale spesso deludente, raccontando una nazione che per sua natura dissacra e diffida di tutto.

Federico Palmaroli nasce a Roma nel 1973. Di formazione umanistica, matura fin dall’adolescenza un vivo interesse per la tradizione popolare romana. Insofferente, goliardico, non allineato e grande appassionato di Futurismo. Un “buffone distinto”, per dirla alla Petrolini. Collabora con testate giornalistiche e programmi tv. È il creatore e unico autore delle pagine social “Le frasi di Osho” e ha pubblicato Vedi de fa poco ‘o spiritoso (Rizzoli, 2020) e Carcola che ve sfonno (Rizzoli, 2021).

Mercoledì  26 aprile  ore 21.00  e giovedì 27 aprile ore 9.00 per le scuole,in collaborazione con la Consulta giovanile provinciale,con il Provveditorato imperiese incontro con il prof. Paolo Crepet e il suo: “Lezioni di sogni. Un metodo educativo ritrovato” (Mondadori).

Siamo nel pieno di quella che papa Francesco ha definito una catastrofe educativa: molti adulti si sentono sperduti, impreparati, quasi impotenti di fronte alle nuove generazioni e i giovani si trovano senza punti di riferimento sicuri. In un mondo che cambia con rapidità, è più che mai necessario ripensare il difficile compito di educare.

Ripercorrendo quanto scritto negli ultimi trent’anni, mescolando ricordi personali e pubbliche riflessioni, Paolo Crepet offre il frutto della sua lunga esperienza, delineando quello che in molti hanno definito “il metodo Crepet”. Un lungo viaggio, che pone al centro il bisogno di ripensare la genitorialità, la scuola, il rapporto tra le generazioni, il futuro.

Non possiamo ignorare che la necessità di un profondo cambiamento si scontri con resistenze, timori, egoismi difficili da vincere, freni che privano bambini e ragazzi del diritto di far nascere i propri sogni e di coltivarli, affidandosi alla capacità di sentire le proprie emozioni e di lasciarsi coinvolgere dalla passione per un progetto di vita.

Serve dunque la forza di una voce critica, anche scomoda, che scuota da questo torpore educativo e aiuti a invertire la rotta. Le pagine di Lezioni di sogni vogliono essere dunque spunti, provocazioni, richiami, un’occasione per riflettere sul futuro delle giovani generazioni.

Che cos’è il talento e come supportarlo? Come gestire il rapporto con la tecnologia e i social media? Come educare alla gentilezza, al rispetto, alla complessità? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui nessuno può sottrarsi, perché “i bambini ci guardano e imparano da noi bellezze e viltà”.

Paolo Crepet scrive perciò questo libro «come un portolano utile, per naviganti impauriti da vecchie e nuove tempeste, per chi voglia riafferrare il bandolo di una matassa troppo strategica perché sia lasciata all’ignavia degli indifferenti».

 Paolo Crepet è psichiatra e sociologo. Per Mondadori ha pubblicato: Baciami senza rete (2016), Il coraggio (2017), Passione (2018), Libertà (2019), Vulnerabili (2020), Oltre la tempesta (2021).

Martedì 2 maggio, ore 16.30, Iacopo Iacoboni illustra: “Il tesoro di Putin” (Edizioni La Terza).

Il tesoro di Putin. Un’inchiesta accurata e documentatissima sulle trame oscure che legano il patrimonio e gli interessi politici e finanziari di Vladimir Putin alle reti personali e affaristiche degli uomini e delle donne a lui più fedeli, in una mappa dettagliata che da Mosca si estende a tutta l’Europa e non solo. Con una domanda di fondo: come sta cambiando l’assetto del potere russo in seguito alle sanzioni dovute alla guerra?

Non potrebbe esserci contrasto più stridente tra le invettive ideologiche nazionaliste e ortodosse della Russia di Putin contro l’Occidente e la ‘dolce vita’ che Putin, la sua famiglia e i suoi fedeli amici conducono proprio in Occidente, e preferibilmente in Europa. Questo libro cerca di illuminare questo contrasto raccontando la faccia nascosta degli affari degli oligarchi e della famiglia di Putin. Attraverso una vasta mole di documenti societari, testi delle direttive europee, rapporti di intelligence, inchieste delle polizie finanziarie sui beni da sequestrare ai russi sanzionati in Europa e in Occidente, si racconta una controstoria che scorre parallela al massacro dei civili e alla guerra in Ucraina. Con il conflitto è iniziata peraltro una nuova stagione: la caccia agli asset degli oligarchi, una caccia ai quattro angoli del mondo tra oscure e intricate costruzioni societarie, prestanome e potenti studi legali internazionali, gli enablers, i facilitatori occidentali della corruzione del Cremlino, che cercano di evitare congelamento e sequestro dei beni dei russi. Un romanzo planetario dal quale dipende anche la futura sicurezza delle democrazie contro la cleptocrazia più vicina e minacciosa per l’Europa.

Jacopo Iacoboni

Jacopo Iacoboni, giornalista, dal 2000 è a “La Stampa”. Per Laterza è autore di L’esperimento. Inchiesta sul Movimento 5 Stelle (2018), L’esecuzione. 5 Stelle da movimento a governo (2019) e, con Gianluca Paolucci, Oligarchi. Come gli amici di Putin stanno comprando l’Italia (2021), e Il tesoro di Putin (2023).

Venerdì 12 maggio ore 16.30 nell’ambito della Festa internazionale dell’Europa si terrà il convegno: “Garibaldi e la sua idea d’Europa”. Relazionano: il prof. Paolo Calcagno – Università degli Studi di Genova; il prof. Luca Lo Basso – Università degli Studi di Genova; l’ing. Francesco Garibaldi – Hibbert, presidente associazione nazionale Garibaldi. Partecipa prof. Dott. Enrico Musella membro del  Consiglio Generale degli Italiani all’Estero istituito presso il Ministero degli Esteri.

Martedì 16 maggio ore 15.00 l’on. Luciano Violante presenta il suo ultimo saggio: “La democrazia non è gratis i costi per rimanere liberi” (Marsilio).         

Dileggiata e dichiarata “fuori corso” dai nuovi despoti, la democrazia è oggi la principale imputata in un processo collettivo in cui è in gioco il futuro dell’Occidente. Magistrato e a lungo protagonista della vita delle istituzioni, fervente studioso della storia e della cultura classica, Luciano Violante analizza alcune preoccupanti tendenze per fare luce sui rischi reali e smascherare i falsi idoli.Il punto di partenza è il grande malinteso che l’autore individua come causa della situazione attuale: aver limitato il concetto di democrazia a un elenco di diritti da garantire, rimuovendone la naturale contropartita, i doveri a cui adempiere. Attraverso il confronto con contesti politici drammaticamente emergenti – in particolare Russia e Ungheria – scava in un passato comune per ritrovare l’origine dei tanti mali, in primis le “presunzioni” dell’Occidente (dall’esportazione della democrazia all’ingenua equazione tra sviluppo economico e avanzamento dei diritti), per fare i conti con il narcisismo di una civiltà che ha preferito lo scaltro Ulisse all’onesto Palamede.

Ripercorre inoltre le tappe della storia italiana recente, alla ricerca di quel che resta dello spirito della Costituzione, per comprendere come si sia arrivati ad attribuire le colpe della politica alla democrazia ridotta a un complesso di regole, a mera «tecnica di governo», alimentando così l’errata convinzione che essa interessi e dipenda solo da chi quelle regole è chiamato a stabilirle e a farle rispettare.

Un pamphlet appassionato e severo che pone l’accento sulle responsabilità di ciascuno per rimettere a fuoco e al centro dei comportamenti parole che ritrovino un significato condiviso – diritto e dovere, libertà e uguaglianza, pace e giustizia – e far sorgere una nuova e piena consapevolezza civica.

Luciano Violante professore ordinario di diritto e procedura penale, magistrato e a lungo parlamentare del Pci, del Pds, dei Ds e del Pd, è stato presidente della Camera dei deputati dal 1996 al 2001. Per Einaudi ha curato tre volumi degli Annali della Storia d’Italia. Come autore, sempre per Einaudi, ha pubblicato Non è la piovra. Dodici tesi sulle mafie (1994), Un mondo asimmetrico (2003), Magistrati (2009), Politica e menzogna (2013), Il dovere di avere doveri (2014), Democrazie senza memoria (2017). Per Solferino ha pubblicato Colpire per primi (2019), e per il Mulino Giustizia e mito (con Marta Cartabia, 2018), Sostiene Creonte (2021) e Senza vendette (2022).

Venerdì 19 maggio ore 18.00 Franco Forte illustra il suo libro: “Karolus Il romanzo di Carlo Magno” (Mondadori).

Che cosa si agitava nel cuore di Karolus, il grande condottiero, quando si preparava a diventare reggente unico del Sacro Romano Impero? Quali sogni – e quali incubi – ne popolavano l’animo?

25 dicembre ‘800. Sono passati tre secoli da quando Roma ha cessato di esistere: nella pur turbolenta storia della Città Eterna, nessuno ormai immaginava che ci potesse essere un altro imperatore. E invece, nel giorno di Natale di un secolo appena nato, il Papa sta per proclamare un nuovo sovrano. Un nuovo Cesare. A ricevere la corona è Karolus Magnus, Carlo Magno, primogenito della stirpe dei Carolingi. Come è arrivato Carlo su quel trono? Per qualcuno che si è meritato, ancora in vita, l’appellativo di Magno la risposta dovrebbe essere scontata. E se invece la strada che porta a quella notte di Natale fosse lastricata non solo di coraggio, battaglie e trionfi, ma anche di complotti, intrighi e sangue? Se tra i fasti delle vittorie si nascondessero troppi segreti? Attingendo a una sterminata storiografia, Franco Forte ricostruisce in forma di romanzo le gesta del celebre sovrano, dalla primissima infanzia agli ultimi, intensi istanti di vita, immergendoci nel racconto di un’avventura irripetibile, segnata da sfide, successi e amori, ma anche da dubbi, rimpianti, dolorosissime perdite e ancor più struggenti addii. Che cosa si agitava nel cuore di Karolus, il grande condottiero, quando si preparava a diventare reggente unico del Sacro Romano Impero? Quali sogni – e quali incubi – ne popolavano l’animo?

Franco Forte Franco Forte è giornalista professionista, traduttore, sceneggiatore e consulente editoriale.

Il suo esordio come narratore risale al 1990, con il romanzo Gli eretici di Zlatos (Editrice Nord). Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi bestseller Carthago (Mondadori, 2009), La Compagnia della Morte (Mondadori, 2009), Operazione Copernico (Mondadori, 2009), i cui diritti di traduzione cinematografica sono stati acquistati da Dino De Laurentiis, La stretta del Pitone (Mursia, 2005), Il figlio del cielo e L’orda d’oro (Mondadori, 2000) – da cui ha tratto uno sceneggiato TV su Gengis Khan prodotto da Mediaset – “China killer” (Marco Tropea/Il Saggiatore, 2000). Tra gli altri libri, sempre per Mondadori: Roma in fiamme, Il segno dell’untore (2013), Ira domini. Sangue sui navigli (2014), Cesare l’immortale. Oltre i confini del mondo (2016), Cesare il conquistatore. Alle sorgenti della vita (2017) e La bambina e il nazista (2020).

Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato a serie televisive quali RIS – Delitti imperfetti, Distretto di polizia e Intelligence. Per la RAI ha scritto alcune puntate della fiction Alpha Cyber. Direttore responsabile della rivista Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it) ha pubblicato Il Prontuario dello scrittore, un manuale di scrittura creativa per gli autori esordienti.

Ha curato antologie per Mondadori, Stampa Alternativa, Editoriale Avvenimenti e ha tradotto i romanzi Aristoi e Metropolitan di Walter Jon Williams (Mondadori), Meglio non chiedere di Donald E. Westlake (Marco Tropea Editore) e, dal tedesco, Q come Caos di Falko Blask (Il Saggiatore).

23 maggio ore 16.30 Riccardo Nencini presenta l’opera: “Solo” (Mondadori). Vincitrice del  Premio Letterario internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria – Narrativa e il saggio “Il fuoco dentro Oriana a Firenze” (Mario Pagliai Editore).

Giacomo Matteotti è stato il primo vero antagonista di Mussolini, ed è stato il fantasma che ha aleggiato sul Fascismo per tutta la durata della dittatura.

In “Solo” Riccardo Nencini ricostruisce in forma romanzesca, con la precisione dello studioso, la passione dell’uomo politico e la creatività dell’intellettuale e narratore, la vita di questo grande eroe italiano: l’infanzia, le prime esperienze politiche, gli amori, le amicizie, la militanza comune con Mussolini nel Partito socialista, e i giorni drammatici della durissima opposizione al Fascismo nascente, opposizione che gli costò la vita. Il risultato è un romanzo di ampio respiro, epico e struggente, che ci restituisce il ritratto emozionante e commosso di una stagione cruciale della nostra storia, e di un uomo coraggioso e solo, come tutti i grandi eroi.

Riccardo Nencini è nato a Barberino di Mugello nel 1959. È autore di diversi saggi e romanzi tra cui Il giallo e il rosa (Premio Selezione Bancarella Sport, Giunti, 1998), L’imperfetto assoluto (finalista al Premio Acqui Storia, Mauro Pagliai editore, 2009), Il fuoco dentro. Oriana e Firenze (Mauro Pagliai editore, 2016), Dopo l’apocalisse. Ipotesi per una rinascita (con Franco Cardini, La Vela, 2020).

Venerdì 26 maggio, ore 18.00, incontro con Paola Mastrocola con“La memoria del cielo” (Rizzoli).

Un uomo, che abbandona il suo Abruzzo di pastori per studiare, sale al Nord con il sogno di entrare alla Fiat. Una donna, che ha vissuto un’infanzia buia e fa la sarta da quando aveva undici anni, non riesce ad avere figli. Due pianeti all’apparenza lontanissimi s’incontrano, nella Torino degli anni Cinquanta. E poi Donata, la figlia inattesa, che scende dal “mondo della luna” con l’idea di proteggere la madre e renderla felice.Il difficile rapporto tra Nord e Sud, il contrasto tra l’universo sfavillante delle signore che vengono a misurare i vestiti e quello modesto della propria famiglia, il sogno di una casa di proprietà, i parenti contadini, la prima amica: ogni cosa è filtrata dallo sguardo tormentato di Donata. Una bambina che si vergogna del suo mondo, anche di quel padre sempre affettuoso e allegro; per lei è il nemico che costringe la moglie a sacrifici e rinunce. È tutto sbagliato, ai suoi occhi, e sbagliata è lei per prima: timida, inadeguata, attratta da un destino che chissà se avrà la forza di portarla via.Ma quanto c’è di vero in quel che Donata crede di ricordare? Quanto sa della propria famiglia? Scavare nella vita della bambina che è stata diventa il modo più ardito, e struggente, di misurarsi con i ricordi. Che ci tradiscono esattamente come noi tradiamo loro.Nel suo libro più intimo, Paola Mastrocola ci consegna la storia di un’infanzia particolare, e di un’Italia che non c’è più. E ci racconta il tentativo di mettere ordine nella confusione della memoria, allineando oggetti e ricordi un po’ veri e un po’ inventati. Com’è l’infanzia per tutti noi: un romanzo che non finiamo di raccontarci.

Paola Mastrocola ha esordito con il romanzo “La gallina volante” (2000), vincitore del premio Calvino. Finalista al premio Strega nel 2001 con Palline di pane e vincitrice del premio Campiello nel 2004 con Una barca nel bosco, ha pubblicato numerosi romanzi e saggi. Tra i libri più recenti, ricordiamo i successi di critica e pubblico “Non so niente di te” (2013) e “Leone” (2018).

Domenica 28 maggio, ore 17.00, ciclo “Letteratura e Musica”. In collaborazione con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo Maurizio Maggiani: Le avventure del bravo soldato Svejk nella grande guerra di Jaroslav Hasek, traduzione Anna Cosentino. Musica: “Il buon soldato Seejk” di Robert Kurka.

Martedì 30 maggio, ore 16.30, Marino Magliani presenta la sua ultima opera: “Il bambino e le isole” (66thand2nd).

Un romanzo sognante e ispirato. Un omaggio a Calvino nel centenario della nascita. Un uomo, verso la fine della sua breve vita, giunge a Sanremo. Si chiama Walter Benjamin, ha con sé una valigia di libri illustrati per bambini. Nella città delle palme incontra un ragazzino di nome Italo. È Italo Calvino. Walter gli vorrebbe far scrivere la storia di un pallone che si perde nei vicoli e oltrepassa i binari. Il bambino non ci sta a lasciare oltre i binari il pallone e nello stesso tempo non può disubbidire all’ordine della madre: i binari non si attraversano. I due si rivedranno solo tre o quattro volte e mai più sapranno che quel pallone è esistito davvero, che bisognava cercarlo lungo i binari a costo di metterci tutta la vita e di più.

Nel Teatro dell’Opera il 6 giugno, ore 16.30, si parlerà del libro “Noi non tornammo Guerra amore e lager. Dal fronte jugoslavo alla Germania 1941-1945” (TRALERIGHE libri) di Adolfo Bosso e Francesca Rositano Bosso. 

Ersilio Bosso era un monarchico e fascista e nel 1941 si arruolò volontario nel 33° Battaglione Camicie Nere da Montagna di Imperia come Capomanipolo al comando del Plotone Esploratori e venne inviato sul fronte jugoslavo. Il 18 agosto 1942 con il Battaglione fu impiegato a Bribir, nel nord-ovest della Croazia, mentre il 29 aprile 1942 era in Montenegro. La zona di impiego era quella di Priboj. L’8 settembre del 1943 non aderì al bando tedesco e fascista e fu rinchiuso in un campo di concentramento a Urosevac (Kosovo). Il 4 novembre raggiunse lo Stammlager XVII A a Kaisersteinbruck in Austria e dopo il rinnovato rifiuto di aderire alla Repubblica Sociale il 21 dicembre venne trasferito nello Stammlager 366 a Sieldce in Polonia. Il 20 marzo 1944 infine fu rinchiuso nello Stammlager X B a Sandbostel in Germania. Liberato dagli inglesi, dopo essere stato trasferito a Brema, raggiunse fortunosamente l’Italia, ma qui alcuni partigiani locali decisero di giustiziarlo per il suo passato. Riuscì a fuggire e grazie ad un comandante partigiano amico del padre la cosa si risolse.

Sabato 10 giugno, ore 16.00, cerimonia del Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo Antonio Semeria – Gran Trofei ed Inediti.

Martedì 13 giugno, ore 17.00, “Floridiana e Bordighera Press” (la letteratura americana in Italia) con il prof. Emanuele Pettener e il prof. Anthony J. Tambury della Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida).