carcere sanremo

“Nel primo pomeriggio di ieri un detenuto di origine magrebina ha distrutto e messo a fuoco la sua cella nel reparto isolamento del carcere di Valle Armea a Sanremo. Un detenuto violento con fine pena 2037, è stato estratto vivo dalla cella dalla Polizia Penitenziaria e successivamente li ha aggrediti sputando agli agenti, malato di epatite. È stato trasportato al Pronto Soccorso di Imperia SPDC dove è tutt’ora ricoverato in osservazione e dove il personale di polizia penitenziaria ha fatto turni di 15 ore continuative senza mangiare. Nel Carcere Marassi di Genova, invece, solo la fortuna ha impedito che il Gruppo Elettrogeno che alle ore 17 circa ha preso fuoco e il fumo ha invaso l’intero istituto nei reparti detentivi ove sono ristretti circa 700 detenuti! Nel Carcere di La Spezia, invece preoccupano i contagi ben 19 detenuti positivi al Covid-19”. Ne ha dato comunicazione il segretario regionale della UIL PA Penitenziari, Fabio Pagani.

“Queste sono notizie vere e incontestabili”, aggiunge. “Notizie che danno la cifra del disagio che si vive nelle carceri liguri e in questo caso Sanremo, Marassi e La Spezia, mettono in forte discussione le minimizzazioni delle Direzioni che rispetto ai tanti fatti di violenza servono a poco. L’amministrazione penitenziaria, la smetta di negare le verità e nascondere gli accadimenti. Purtroppo il personale di polizia penitenziaria che ne paga le conseguenze dirette, è sempre più solo nelle trincee del fronte penitenziario. Per quanto riguarda Sanremo viene da chiedersi se questa continua escalation di violenze non sia da investigare anche in via amministrativa. Al di là delle condizioni oggettivamente critiche, forse è giunto il momento di valutare bene e in profondità la gestione dell’istituto”.

La UIL PA Penitenziari rivolge anche un pensiero al poliziotto penitenziario che a Sanremo si è tolto la vita. “Purtroppo – commenta – anche questa catena di suicidi all’interno del Corpo e dell’amministrazione pongono interrogativi sugli effetti di un lavoro svolto a quotidiano contatto con la disumanità, la violenza, il degrado. Noi crediamo che sia ora che chi ha responsabilità politiche ed amministrative debba seriamente interrogare la propria coscienza se ha davvero fatto ciò che poteva e doveva per dare risposte e soluzioni alle tante, troppe, criticità che stanno sommergendo, nell’indifferenza, l’universo penitenziario. Se non ci saranno interventi immediati, temiamo davvero che possa succedere il peggio”.

“Per questo ci appelliamo per l’ennesima volta alla Ministra Cartabia e al Presidente Draghi – conclude Pagani – affinché si emani, con procedura d’urgenza, un ‘decreto carceri’ che affronti l’emergenza e rafforzi la Polizia penitenziaria, sott’organico di 18mila unità e ormai stremata nelle forze e nel morale, e parallelamente si avvii un rapido processo riformatore dell’esecuzione penale, con la reingegnerizzazione delle carceri”.