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Con il rischio del No Deal, volano le esportazioni italiane di cibo e bevande Made in Italy in Gran Bretagna, dove registrano un balzo record del 5,2%, in netta controtendenza con l’andamento stagnante del commercio estero per emergenza Covid. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento, alla richiesta degli ambasciatori alla Commissione europea di presentare con urgenza i piani di emergenza per un No Deal, dopo l’aggiornamento del capo negoziatore Ue Michel Barnier.

La corsa agli acquisti è spinta dal fatto che, a pesare sui rapporti commerciali, in caso di No Deal, (letteralmente “nessun accordo”) potrebbe essere l’arrivo di dazi, ostacoli amministrativi e doganali alle esportazioni, che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea. A pagarne il conto rischiano di essere le grandi eccellenze dei territori, comprese quelle liguri, come l’olio DOP Riviera Ligure e i vini DOC regionali. Si teme non vita facile, inoltre, per le produzioni di piante in vaso liguri, concentrate principalmente nella Piana di Albenga, per le quali, una diversa gestione amministrativa, legata anche all’ambito fitosanitario, rischia di ostacolarne il commercio verso la Gran Bretagna.

“A preoccupare – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è anche la tutela giuridica dei prodotti a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che, senza protezione europea, rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari. Senza accordi quindi si andrebbe a condizionare anche l’export del Made in Liguria, colpendo eccellenze agroalimentari locali, quali l’olioDOP Riviera Ligure e il vino DOC, prodotto quest’ultimo che, soprattutto negli ultimi anni, è uscito dai confini regionali e ha conquistato, per la sua qualità, molti paesi esteri. Con l’uscita dall’Unione Europea si teme inoltre che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti, che si sta già diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), compresi prodotti simbolo della nostra terra come l’extravergine di oliva DOP Riviera Ligure. E neanche il settore del florovivaismo ne rimarrebbe indenne per quanto riguarda la produzione di piante in vaso, non tanto a causa di possibili dazi, ma per una gestione amministrativa che rischia di andare ad ostacolare il commercio delle nostre eccellenze, che da sempre trovano in questo Paese un mercato molto fertile.  In un momento così difficile per l’economia è importante evitare ostacoli che rendano difficili i commerci fuori dai confini nazionali, sia nell’interesse dei cittadini sia di tutte le imprese che con il loro lavoro custodiscono il territorio e valorizzano le grandi eccellenze locali”.