Saint charles

“In merito alle ultime dichiarazioni a mezzo stampa dell’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale sulla volontà di privatizzare l’Ospedale di Bordighera, non si legge un minimo accenno a che cosa dovrebbe diventare il Saint Charles, ormai gravemente ‘mutilato’ anni fa dall’ultima amministrazione Burlando. Invece viene rimarcato un presunto interesse da parte di Fondazioni o enti privati e addirittura l’imminente pubblicazione del bando di assegnazione. Ma una gara con quale capitolato?”.

L’interrogativo se lo pone la segretaria provinciale di Rifondazione comunista che aggiunge: “Si riattiverà un Pronto soccorso vero e proprio, con la conseguente riapertura di alcuni servizi H24 tipo laboratorio analisi e radiologia, chirurgia e traumatologia, Unità di terapia intensiva, reperibilità specialistiche…? Quanti soldi pubblici costerebbe una tale convenzione col privato? In quali spazi, visto che del nuovo Palasalute non c’è ancora traccia? Con quale personale sanitario?”.

Ben venga – conlude Rifondazione – il programma di nuove assunzioni, che però corregge a mala pena una situazione di carenza ormai datata da anni senza alcun potenziamento; ben venga il progetto di abbattimento delle liste di attesa per visite specialistiche, esami di diagnostica strumentale, interventi chirurgici in elezione ma al momento con scarsi risultati. Proprio su queste voci resta cospicua e insopportabile la forbice tra tempi di attesa ‘istituzionali” e quelli privati ‘intramoenia’ a pagamento. Il risultato è che sempre meno cittadini, sempre più impoveriti dalla crisi economica, decidono di curarsi, figuriamoci se c’è spazio per una medicina preventiva di massa su un ‘ampia gamma di patologie. Infatti nel primo semestre 2017 i dati sulla mortalità nazionale registrano un incremento percentuale che ormai è arrivato a 2 cifre. Il Partito della Rifondazione Comunista è fortemente contrario alla privatizzazione della Salute in quanto il privato, in una prospettiva di profitto dopo uno stanziamento di capitali, non può fare altro che agire sulla riduzione e precarizzazione del personale e sulla riduzione di prestazioni che completano il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo di un qualunque paziente”.