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Mancano due giorni alla giornata in cui l’ordigno della Seconda Guerra Mondiale ritrovato nel greto del torrente Argentina verrà disinnescato dagli artificieri che oggi stanno preparando un cappotto protettivo attorno al camion dove risiede.

Tante le difficoltà per organizzare l’evacuazione di più di diecimila persone dall’area delineata come pericolosa, uno sforzo congiunto tra i Comuni di Riva Ligure, Taggia, l’Asl1 e le autorità militari che hanno oramai predisposto ogni cosa.

Ma qual è il pensiero di chi domenica si vedrà costretto a dover abbandonare casa propria? Abbiamo raccolto alcune testimonianze in regione Prati, dove negli anni sono state diverse le giornate simili in cui si è dovuti fuggire per la presenza di ordigni inesplosi nel torrente.

Da chi qui lavora a chi vi dimora, fino al ricordo di chi ha visto i bombardamenti da piccolo come Luigi Galimberti, memoria storica della zona. Una giornata certamente diversa quella di domenica che vogliamo affrontare alleggerendola un po’, perché come ci si ripete qui: “Noi dei Prati ci siamo abituati”.