INT_elezioni Barbagallo commento
play-rounded-outline
10:11

“I risultati delle regionali vanno valutati in un modo diverso, perché ci sono sempre tante liste che concorrono a dividere il voto e quindi i partiti maggioritari fanno sempre un po’ da donatori”. Parte da questa considerazione l’analisi del voto di Giovanni Barbagallo.

L’ex vicepresidente del Consiglio regionale, volto storico del Partito Democratico in provincia di Imperia e non solo, è stato ospite nei nostri studi per dire la sua sul verdetto delle urne.

Il Pd non è andato male – dice Barbagallo. Ha preso il 15% in provincia di Imperia a fronte del 17 di cinque anni fa, quindi si è difeso bene. I candidati sono stati, tutti, molto bravi. Ioculano ha riportato il partito a buone percentuali nel ponente della provincia e gli altri hanno dato il loro contributo.

Certo a livello regionale la coalizione non è andata bene – prosegue. Nessuno ne parla, ma io che ho vissuto in prima persona i cinque anni precedenti posso dire che il consiglio regionale iniziò con sei consiglieri del Movimento 5 Stelle ed è finito soltanto con due, con ben tre scissioni. Il calo più vistoso, macroscopico è quello dei 5 Stelle. Da oltre il 20% a un misero 7% di questa tornata. È la gamba che è crollata di questa alleanza più di tutte le altre. Parliamo di un calo vistoso che non può essere addebitato al Pd che, tutto sommato, ha tenuto confermando sei consiglieri regionali”.

Sull’alleanza con il Movimento e la candidatura a presidente di Ferruccio Sansa, Barbagallo spiega: “Ribadisco quelle che sono state le mie perplessità che non hanno nulla a che vedere con il giudizio della persona che per me è degna e a cui non ho nulla da dire. Penso però che un giornalista di denuncia che esprime giudizi sugli amministratori del territorio, non può pensare contemporaneamente di candidarsi e mettersi a capo di coloro che ha criticato in tutti questi anni. Un secondo errore è stato anche che da un giornalista di denuncia non si può pensare di avere un grande senso politico. In piena campagna elettorale, per esempio, ha dichiarato di votare ‘no’ al referendum, quando il 70% del Paese ha votato sì. Insomma questa candidatura non ha unito il centrosinistra, non ha recuperato voti moderati e non ha soddisfatto”.

Sul boom di Cambiamo: “Questo fenomeno delle liste del presidente è un fenomeno nazionale perché ne hanno beneficiato Toti, Zaia, De Luca e anche Emiliano che era dato perdente dai sondaggi. Lui ha beneficiato di questa ondata nazionale probabilmente determinata dalla loro esposizione durante la pandemia. Il crollo del voto della Lega, soprattutto in provincia di Imperia, si è riversato su Cambiamo e poi tutto quel voto moderato gradisce più una lista civica che un partito. L’assessore Marco Scajola ha avuto un risultato molto importante – continua Barbagallo – e questa è la risposta al tentativo di metterlo, magari, in difficoltà con candidature diverse. Da questa competizione ne è uscito bene e penso che i fatti gli abbiano dato ragione”.

Quale consiglio si sente di dare al nuovo consigliere regionale Enrico Ioculano?

“Enrico ha avuto un ottimo risultato, dimostra di essere il candidato del territorio. Il consiglio che posso dargli è proprio quello di radicarsi bene sul territorio, avrà molto da lavorare ed è l’unico di centrosinistra che rappresenterà la nostra provincia. Non lo lasceremo solo, ma dovrà interpretare le peculiarità e le problematiche del nostro territorio”.