Clandestini in auto
Immagine d'archivio

Nuove strategie per i passeur che ormai, dopo averle tentate tutte, optano anche per la… “conduzione familiare”. Proprio questa la caratteristica degli ultimi arresti effettuati nel cuore della notte di sabato dagli uomini della Polizia di Frontiera diretti dal dr. Santacroce.

È notte fonda, la barriera autostradale trafficata da chi magari ha deciso di trascorrere qualche ora nella vicina Francia o da chi, semplicemente, attraversa il confine. La pattuglia della Polizia di Frontiera, attenta e vigile, effettua una serie di controlli a campione, senza tralasciare l’osservazione a 360 gradi così come nella scrupolosa professionalità che li distingue.

Proprio questa peculiarità ha consentito ai poliziotti di riconoscere in quella vettura in arrivo al pedaggio, una Peugeot 807 con targa francese, la medesima transitata in barriera qualche ora prima. Ciò che ha colpito ulteriormente la loro attenzione è stato il probabile peso del veicolo, sicuramente superiore al normale, poiché abbassava notevolmente il mezzo.

Intuito quindi che all’interno dello stesso potessero esserci più persone di quante previste dalla capienza, gli Agenti hanno intimato l’“ALT” al guidatore, un uomo verosimilmente di origine nordafricana con accanto una donna parimenti straniera.

Lo straniero, dapprima ha rallentato sembrando volesse fermarsi ma, improvvisamente, ha accelerato con brusca manovra, mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità degli Operatori e degli automobilisti in transito.

Prontamente i poliziotti si sono posti all’inseguimento del mezzo riuscendo a raggiungerlo dopo circa un kilometro.

Aperto il veicolo, oltre all’autista, un tunisino di 37 anni e la di lui moglie, una marocchina di 36, la scoperta di ben 7 stranieri, di cui tre uomini e quattro donne, una delle quali minorenne che rimaneva stretta alla madre, ammassati in condizioni degradanti e disumane tanto da respirare con estrema fatica.

Condotti in ufficio per gli ulteriori accertamenti gli stranieri venivano identificati risultando essere tutti cittadini libici di età compresa, tranne tra la madre della ragazza, tra i 18 e 29 anni.

Le successive indagini permettevano di scoprire che gli stranieri erano stati contattati dalla coppia in centro a Ventimiglia, offrendosi di accompagnarli in Francia dietro compenso. In effetti una cifra cospicua era stata rinvenuta all’interno della borsa della moglie del tunisino, soldi che venivano quindi sequestrati così come la vettura oggetto del trasporto.

La “diabolica” coppia di passeur, al termine delle procedure di rito, venivano quindi tratti in arresto per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” e condotti davanti alla A.G. di Imperia per la direttissima.