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Ieri pomeriggio, presso l’Antiquarium di Nervia, sono stati annunciati i risultati della campagna 2023 nell’area del sepolcreto tardo antico della Porta Nord. Presentati, dunque, le scoperte relative ai nuovi scavi effettuati a partire da settembre nell’antica area ventimigliese.

Presenti all’evento il sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro, l’assessore al Turismo e alla Cultura Serena Calcopietro, l’assessore ai lavori pubblici Domenico Calimera, il direttore DRM Liguria Alessandra Guerrini, il presidente dell’Istituto Internazionale degli Studi Liguri Daniela Gandolfi ed il soprintendente ABAP per le province di Imperia e Savona Roberto Leone.

“Ad oggi dobbiamo ritrovare l’orgoglio di sentirci ventimigliesi”, annuncia il primo cittadino, Flavio Di Muro, durante il suo intervento. “Siamo vessati da una nomea negativa della nostra città e, a causa di ciò, non si mette mai in luce quanto di bello può avere Ventimiglia. Sono qui questo pomeriggio per rappresentare quanto questa amministrazione vuole essere presente e partecipare in materia di cultura, anche per le nuove generazioni. Grazie a questo investimento e alla sinergia con il Ministero della Cultura, per merito di quanto il Ministero ha già investito e di quanto continuerà ad investire su Ventimiglia, spero un domani potremo sentirci davvero orgogliosi di essere cittadini di questo territorio”. 

Fra gli oggetti scoperti si segnalano numerosi sepolcri e sarcofagi, alcuni individuabili come presenze molto rare in Liguria. Un sarcofago, ad esempio, è realizzato in pietra provenzale, materiale importato dalla Francia; in Liguria, in totale, si conteggiano solo tre di questi sarcofagi. 

L’ipotesi è che questi avessero un ruolo particolare dal V al VII secolo, considerate le caratteristiche singolari, ed il sospetto è che si tratti di un cimitero cristiano. Di fatto, sono stati individuati per la prima volta, proprio durante questi scavi, diversi simboli religiosi cristiani incisi sui sarcofagi e riscontrate delle sepolture barbariche.

La finalità degli scavi era trovare un primo edificio di culto cristiano ad Albintimilium e, ad oggi, gli indizi e gli oggetti trovati nell’area dimostrano che questa Chiesa è presente, anche se ancora non pervenuta.

La quantità di tombe ha impedito di raggiungere i livelli dove il georadar segnala la presenza di strutture interessanti, fra cui l’ipotetico luogo di culto. Prima del recente scavo si conteggiavano 52 tombe, mentre ad oggi ne sono state trovate altre 9 per un totale di 61 tombe e 98 inumati.

Sorprendente la scoperta di una tomba “innovativa” con un buco di palo, lasciato da un palo di legno marcito di cui è rimasto il foro. Si sospetta fortemente, dunque, la presenza della tradizione non tardo romana ma germanica, in quanto questo genere di sepolture erano molto in uso in metropoli Longobarde.

A rimandare alla tradizione Longobarda è anche la scoperta recente di alcuni resti di cavallo e di una vasca, possibile fonte battesimale o fontana per cui non si hanno ancora riscontri. 

Individuata anche una possibile soglia di accesso al luogo di culto ed è talvolta ció a spingere i ricercatori a continuare a cercare l’edificio.

Individuato anche un “cuore di campagna”, in fase di approfondimento, dove si trova la tomba con la buca per reggere palo e dove è stata ipotizzata la presenza di un piccolo altare con forse dietro un reliquiario: quest’ultima scoperta rimanda al sospetto che potrebbe trattarsi di una piccola area di culto, la quale giustificherebbe l’intera presenza del cimitero.

Molti elementi riscontrati rimandano alle tradizioni germaniche e di conseguenza portano a ipotizzare una continuità d’uso del cimitero anche dopo la conquista longobarda di Ventimiglia.

Le interviste al sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro, al direttore DRM Liguria Alessandra Guerrini ed al presidente dell’Istituto Internazionale degli Studi Liguri Daniela Gandolfi nel video servizio a inizio articolo.