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Il cambio dell’ora tra sabato e domenica, la fine del mese di ottobre, la festa di Ognissanti e il 2 novembre la ricorrenza in ricordo dei defunti. Tutto nel giro di pochi giorni.

A beneficiare proprio della giornata in memoria dei morti da qualche tempo è l’aspetto puramente commerciale legato ad Halloween, una festa di origine anglo-sassone che si celebra il giorno prima di Ognissanti come omaggio agli spiriti dei defunti.

La tradizione invece imporrebbe ai cristiani di programmare in quei giorni una visita al camposanto dove giacciono le spoglie dei nostri cari, magari con un lumino e qualche fiore, meglio se crisantemi. Come molti sanno, quel fiore è il simbolo di questa ricorrenza solo in Italia, mentre negli altri Paesi è un fiore come gli altri. Ma tanto è bastato a dare origine anche ad un business interno che nel corso degli anni ha generato grossi profitti tra i commercianti e garantito una prima e salutare boccata d’ossigeno per i coltivatori nelle prime settimane della stagione floricola.

Il grafico delle vendite nel corso del tempo si è modificato, ci sono stati alti e bassi, ed ora nonostante il lockdown di un anno fa sembra che il trend si sia stabilizzato e che le contrattazioni del crisantemo sul Mercato Fiori di Valle Armea a Sanremo stiano dando soddisfazione agli operatori della filiera.

“Anche quest’anno siamo in linea con le ultime tre o quattro stagioni, con poco prodotto in piazza perché già venduto direttamente sulla pianta sulla scia di una tendenza degli ultimi tempi e quel poco che è arrivato qui da noi è stato venduto a prezzi interessanti”, dice Franco Barbagelata direttore del plateatico di Valle Armea.

“Da un po’ di tempo si è consolidato un risultato decisamente importante, non solo sui crisantemi, soprattutto sull’esportazione – dice il direttore – abbiamo prodotti che tutto il mondo ci invidia e che esportiamo in tutto il mondo. Ci sono buoni segnali per la stagione, i produttori annunciano quantità e qualità e i commercianti pensano ad un giro d’affari non inferiore a quello ottimo dell’anno scorso”.

“Le contrattazioni sul nostro mercato ovviamente variano a seconda del tipo di crisantemo e vanno da un minimo di 0,60 ad 1 euro o poco più a stelo. Questo fiore come detto gode di questa ricorrenza come la mimosa a marzo, ma il boom degli ultimi tempi noi lo registriamo per il verde ornamentale che non è legato a festività o ricorrenze ma si vende tutto l’anno, in provincia se ne produce molto e di grande qualità e siccome tutti lo vogliono i prezzi si sono consolidati verso l’alto”.

“Ci auguriamo che queste notizie facciano scattare tra i giovani la voglia di dedicarsi a questo tipo di attività, il ritorno alla terra, e noi lo stiamo notando già da qualche anno non solo da parte di figli di coltivatori ma anche giovani di tutt’altra estrazione storica, persone comunque disposte a fare sacrifici in cambio di margini di guadagno molto interessanti”.