luciano zarbano

Riceviamo e pubblichiamo di seguito una lettera aperta scritta dal consigliere Luciano Zarbano all’assessore ai Lavori Pubblici di Imperia.

“Caro Assessore, le scrivo alla luce del sole, così che tutti possano apprezzare le sue ormai celebri doti comunicative, soprattutto quando si rivolge alla minoranza. Mi riferisco alla brillante – si fa per dire – esibizione offerta nell’ultimo Consiglio Comunale. Alla mia richiesta di chiarimenti lei non ha ritenuto opportuno rispondere: molto più semplice liquidare il mio intervento come “confusionario”. Capita: basta distrarsi un attimo e qualsiasi ragionamento può sembrare un rebus. Per scrupolo, comunque, la copia del mio intervento è sempre a disposizione. Se dovesse servire, gliela presto volentieri.

Il momento più memorabile, però, è arrivato quando, di fronte a una mia proposta, ha sfoderato un elegante: “non ce lo deve venire a dire lei quello che dobbiamo fare”. E dire che c’è ancora chi sostiene che la minoranza “non fa proposte”: ecco l’esempio lampante di cosa accade quando le facciamo davvero. Non meno raffinato il suo “non lo deve dire”, pronunciato quando ho evidenziato alcune criticità del Programma Triennale dei Lavori Pubblici. Sembra quasi che il dissenso le provochi una fastidiosa allergia. Comprensibile: dopo due anni e mezzo può risultare difficile accettare che la minoranza parli, faccia domande e, magari, pretenda anche delle risposte. Che puntualmente non arrivano.

Veniamo ora al tema delle asfaltature, anch’esse oggetto della sua pratica. In Consiglio ci avete raccontato che negli ultimi anni sarebbero stati spesi quasi 3 milioni di euro per 250 mila metri quadrati di asfalti. Sarà. Io, però, più che strade rifatte vedo tappulli, i classici rattoppi da stagione transitoria. Nel frattempo il problema più elementare – buche e tombini sotto quota che mettono a rischio chiunque usi un mezzo a due ruote – resta lì, immutato, come un monumento alla pazienza dei cittadini.

E qui arriva il dato più luminoso dell’asfalto nuovo (che non c’è): ogni anno crescono gli introiti delle sanzioni al Codice della Strada. Una vera miniera d’oro… peccato che le nostre strade continuino a sembrare un percorso ad ostacoli. Eppure gli stanziamenti previsti nella sua pratica parlano chiaro: solo 500.000 euro all’anno, per tre anni, per un territorio che richiederebbe ben altro. La legge è altrettanto chiara: i proventi delle sanzioni devono essere reinvestiti per la manutenzione e la sicurezza stradale. Ma buche, tombini sotto quota, avvallamenti, marciapiedi che cedono e tratti pericolosi continuano a essere più visibili delle risposte che non ho ricevuto in Consiglio. Il risultato? Le sanzioni crescono. I disagi anche. La qualità delle strade, purtroppo, no.

Chiudo con due domande sulla messa in sicurezza idraulica dei terreni adiacenti al Rio Caramagna, intervento incluso nella pratica da lei presentata in Consiglio. Domande utili semplicemente a dissipare le voci che circolano:

– È vero che lei possiede terreni a Caramagna, proprio nell’area attualmente classificata come esondabile e interessata dal 1° lotto dei lavori di messa in sicurezza idraulica?

– È vero che gli interventi di manutenzione straordinaria dell’alveo e degli argini, con riqualificazione della barra fociva, riguardano anche la zona antistante i “Granatini”?

Una risposta chiara aiuterebbe molto a far tacere le male lingue.

Grazie.”