Molte leggende popolano le città e i paesi del Ponente Ligure, tramandate di generazione in generazione con lo scorrere dei secoli. Tra le tante figura anche quella della Dama Bianca di Dolceacqua.
Dalla storia alla leggenda
Circa 700 anni fa il marchese Imperiale Doria, ricordato come un tiranno avido e senza cuore, governava il borgo imponendosi sui suoi sudditi: di fatto fu proprio lui a introdurre lo ius primae noctis, regola secondo cui ogni nuova sposa del paese avrebbe dovuto trascorrere la prima notte di nozze al Castello con a lui.
Le belle donne nel borgo erano numerose, ma ad attirare l’attenzione del marchese fu Lucrezia, una residente nel fiore degli anni e molto graziosa, tuttavia già innamorata e ricambiata da Basso, giovane compaesano. Tanto forte era il sentimento che li univa che i due decisero di sposarsi in segreto, nella speranza di aggirare lo ius primae noctis, già in vigore.
Il sacerdote che officiò le loro nozze finse compassione per i due, ma li denunciò alla prima occasione, segnando indelebilmente il loro destino. Il marchese Imperiale Doria inviò subito i suoi soldati alla piccola festa organizzata dopo il rito di unione: la casa di Basso fu incendiata, i presenti aggrediti e Lucrezia rapita e rinchiusa nella camera da letto del governatore, al Castello.
Nonostante la prigionia la giovane si rifiutò di acconsentire al volere del tiranno, arrivando a minacciare di lanciarsi dalla torre lì presente. Il marchese, sottovalutando la volontà e l’amore di Lucrezia verso Basso, la fece imprigionare nelle segrete del palazzo, luogo che Lucrezia non abbandonò più: decisa a non cedere si lasciò morire, rifiutando con convinzione cibo, acqua e visite.
Secondo la leggenda da allora, nelle notti di luna piena, il fantasma della ragazza vaga nei pressi del ponte con il capo coperto da un lungo velo nuziale, in cerca di personale vendetta per il suo amore finito in tragedia, venendo rinominata così come la Dama Bianca.
Nel video-servizio a inizio articolo il racconto della storia della Dama Bianca.
