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Il progetto SIRENS

Emilio Mancuso, biologo marino con una grande passione per la fotografia e la divulgazione scientifica, unisce competenze diverse con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione. Attraverso progetti, collaborazioni scientifiche e iniziative di citizen science, lavora per proteggere e valorizzare gli ecosistemi marini. Con lui abbiamo parlato del progetto SIRENS.

Emilio Mancuso, che cosa è in sintesi SIRENS?

L’acronimo sa di sfida, di tecnologia e di competenze trasversali in favore dei nostri mari: Sistemi Integrati per il Restauro dell’Ecosistema Naturale Sottomarino. È un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel campo dell’eco-ingegneria, focalizzato sul restauro ecologico delle foreste marine, con un’attenzione particolare a soluzioni sostenibili e innovative. Vive nell’ambito del Centro Nazionale “National Biodiversity Future Center”, finanziato dall’Unione Europea – “Next Generation EU” su fondi PNRR MUR.
Il progetto prevede la progettazione, produzione e test di soluzioni tecniche per superare i limiti attuali del ripristino delle foreste marine, in particolare per il restauro di Cystoseira, affrontando problemi come la difficoltà di operare su larga scala e la necessità di nuovi materiali e design.

Sembra un obiettivo importante. Quali saranno i passi per raggiungerlo?

Per raggiungere l’obiettivo – o meglio, gli obiettivi più alti – la missione di SIRENS™ è quella di sviluppare una nuova linea di Ricerca & Sviluppo (R&S), che punti a una maggiore efficienza e sostenibilità nel ripristino degli ecosistemi marini, facendo leva su innovazioni tecniche e un approccio scientifico rigoroso, che si articolerà nei seguenti passi:

  • Sviluppo di prototipi innovativi per il ripristino di Cystoseira, adattabili a vari habitat. Si mira a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del processo di outplanting, affrontando la sfida dell’idrodinamica e delle mareggiate.
  • Test di prototipi tramite restauri pilota in siti intertidali e subtidali. Il processo di valutazione utilizza il metodo ex-situ, già convalidato da progetti precedenti, per ottimizzare le condizioni di crescita delle specie target e la resistenza a lungo termine dei substrati.
  • Monitoraggio del successo del restauro, utilizzando fotogrammetria 3D per monitorare la complessità dell’habitat e migliorare la raccolta di dati sulle condizioni di sopravvivenza e crescita delle alghe.
  • Innovazione nel test dei supporti, con l’uso di stampa 3D per creare supporti su misura che rispecchino le necessità ecologiche, testando anche integratori naturali per favorire la crescita vegetale.
  • Commercializzazione di soluzioni eco-sostenibili, con l’obiettivo di sviluppare prodotti che colmino la nicchia di mercato del restauro delle foreste marine, utilizzando materiali duraturi, facilmente installabili e rispettosi dell’ambiente, con un focus sull’aumento della scala delle azioni di restauro per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Quali sono le aree dove tutto questo prenderà corpo?

Sono state individuate tre aree di intervento strategiche. In primis, il Mar Ligure per Cystoseira in ambiente intertidale, con una fase preliminare di rilievi presso il pilot study site nel Comune di Costarainera, in cui verranno scansionate le superfici naturali e/o antropiche sulle quali saranno posizionati i Natural Mimic Substrate™ (NMS™). Sempre in Liguria, un secondo sito “di controllo” sarà nel Comune di Bogliasco.

La seconda area di intervento è l’Alto Adriatico. Qui il progetto prevede di produrre e testare nuovi supporti per il ripristino di foreste marine a Cystoseira in ambiente subtidale roccioso, e il test per Cymodocea nodosa nel Golfo di Trieste.

In ultimo, non per importanza, nel Lago di Como si prevede il restoring delle praterie di fanerogame sommerse tramite la stampa tridimensionale di substrati compositi con PLA e materiali derivati dagli habitat litorali, idonei alla rapida colonizzazione delle specie target come Vallisneria spiralis e Miriophyllum spicatum.

Come accennato all’inizio, tante competenze molto trasversali e ad “elevato contenuto scientifico”. Chi sono i protagonisti?

Il vero protagonista è il mare, da cui noi tutti otteniamo una enorme e fondamentale quantità di servizi ecosistemici per il benessere umano. La squadra dei partner coinvolti arriva da varie regioni e unisce competenze, abilità ed esperienze pregresse che speriamo di magnificare mettendole tutte insieme.

Il partenariato è capitanato da Shoreline, impresa all’avanguardia nella sperimentazione di tecnologie e tecniche di ripristino ambientale in ambito marino.

Ubica svilupperà un protocollo di mappatura dei siti di trapianto tramite fotogrammetria avanzata, per creare modelli 3D e identificare aree idonee all’impianto di unità Natural Mimic Substrate™ (NMS™). In acquario applicherà tecniche su micro-scala per monitorare la crescita macroalgale.

MadLab 2.0 sviluppa i prototipi per il ripristino marino stampati in 3D con materiali fluido-densi.

OutBe curerà l’indagine dei siti, ospiterà acquari di coltura, coordinerà piantumazioni e monitoraggi nel Mar Ligure e coinvolgerà la cittadinanza per amplificare l’impatto educativo e partecipativo.

Nemo Italia offrirà competenze tecniche e industriali per l’uso e l’installazione dei supporti marini, sviluppando e testando sistemi di fissaggio e stabilizzazione.

Proteus coordinerà le attività in ambiente dulciacquicolo, sviluppando substrati biodegradabili per il reimpianto di fanerogame acquatiche nei laghi.

Durante tutte le fasi del progetto, Verdeacqua si occuperà della comunicazione, adottando una strategia flessibile, adattata alle varie fasi e in coordinamento con il National Biodiversity Future Center.

Le parole della biologa Monica Previati

A Costarainera – uno dei tre siti pilota scelti per il progetto, assieme a Bogliasco e una località dell’Adriatico – abbiamo incontrato Monica Previati, biologa marina e socia fondatrice della società di servizi marittimi Ubica srl, partner attivo di SIRENS, a illustrare gli obiettivi e le principali fasi dell’iniziativa. La biologa sottolinea come oggi non basti più preservare ciò che resta: “Dobbiamo ripristinare ambienti che nel tempo si sono degradati. In particolare, ci concentreremo su habitat algali danneggiati, in linea con la Nature Restoration Law approvata lo scorso anno, che prevede il restauro del 20% degli ecosistemi marini entro il 2030″.

L’alga Cystoseira: una foresta sottomarina

Al centro del progetto vi è un’alga marina fondamentale: “SIRENS si occuperà del restauro di un’alga bruna del genere Cystoseira, una specie di altissimo valore naturalistico. Ha un tallo carnoso che forma vere e proprie foreste marine: produce ossigeno, assorbe CO₂ e dà riparo a moltissimi organismi. Purtroppo, il suo areale nel Mediterraneo si è drasticamente ridotto”, prosegue Previati.

L’obiettivo è quello di testare particolari substrati creati ad hoc, per migliorare l’attecchimento di questa alga sugli scogli. “È stato scelto per la ricchezza del suo ambiente costiero e per l’alta biodiversità. Abbiamo mappato un’estesa prateria di Posidonia oceanica, un elemento chiave per la vita marina”, ha spiegato Previati. Ma non solo: “Nel 2018, una mareggiata ha danneggiato una struttura consolidata con massi naturali. Questi scogli, ancora privi di ricoprimenti algali, rappresentano un’occasione perfetta per testare i nostri substrati”. Inoltre, “l’amministrazione ha mostrato grande disponibilità ad accogliere il progetto”.

Le tre fasi del progetto

SIRENS si articola in tre fasi principali:

  1. Mappatura e creazione dei substrati: “Grazie alla fotogrammetria, abbiamo ottenuto un modello dettagliato degli scogli. Su questi verranno incastrati dei substrati quadrati, le cosiddette “piastrelle”, progettate per aderire perfettamente”.
  2. Coltivazione e posa: “Queste piastrelle verranno mantenute in acquario per circa un mese, così che le alghe possano crescere. Una volta pronte, verranno posizionate esattamente sugli scogli”.
  3. Monitoraggio: “La terza fase consisterà nel controllo continuo delle piastrelle. Vogliamo capire se le alghe riescono a crescere e resistere alle onde. Il monitoraggio coinvolgerà anche cittadini e volontari grazie a un’attività di citizen science, in collaborazione con l’associazione Informare”.

Le parole della vicesindaca Cinzia Cozzucoli

Anche Cinzia Cozzucoli, vicesindaca di Costarainera, ha espresso grande entusiasmo: “SIRENS è un progetto di valore che ci aiuterà a valorizzare ulteriormente il nostro territorio e l’ecosistema marino”.

L’amministrazione è da anni impegnata in questa direzione. “L’anno scorso, grazie alla dottoressa Previati, abbiamo realizzato i Giardini Incantati di Costarainera, un percorso di snorkeling apprezzatissimo da turisti e cittadini”.

Cozzucoli sottolinea l’importanza del coinvolgimento: “La citizen science è un punto forte del progetto: i cittadini potranno partecipare al monitoraggio e vivere il mare da protagonisti. Speriamo che i successi di SIRENS possano essere replicati anche in altri Comuni”.

E conclude: “Porteremo i risultati anche nelle scuole, perché solo condividendo con i giovani possiamo costruire una cultura della tutela ambientale”.